Bitti e Gorofai (30 aprile – 13 maggio 2017)

Europa, ambiente e cultura, le sfide per arrestare il declino

di Matteo Marteddu

Sembrava la realizzazione di un sogno quella Bitti-Sologo, come nuovo cordone ombelicale tra la “piccola Roma”, il resto della Sardegna, dell’interno e del mare. Abbandonata la vecchia e logora Statale 389, con le cantoniere di Lardine e Sant’Efisio, affidate all’oblio delle cadenti architetture pubbliche. Voluta, pretesa, fatta da politici, progettisti e imprese, eppure oggi sembra ancora una dannazione, travolta da alluvioni e intemperie. Ricostruita, ancora sconnessa, percorso di guerra in questi mesi di primavera, con nastri biancorossi a delimitare frane e piccoli cedimenti, asfalto eroso a macchie di leopardo.
Andare oltre, da sempre è stata ambizione del grande centro pastorale, se il sindaco Raimondo Bandinu, nel 1912 invocava con delibera la prosecuzione della ferrovia da Nuoro sino al mare. Non lungo la vallata del Cedrino per Orosei bensì all’interno, tra Orune, Bitti, Lula e la vallata di Posada fino a Siniscola. Con annesse stazioni ferroviarie, naturalmente! (Giacomino Zirottu, Bitti il lungo viaggio di una comunità sarda). Ballerà monsignor Mosè Marcìa su buche e gradini, verso i tornanti dal bivio di Lula a Sos Enattos: apre la Visita pastorale il 30 aprile nella Forania Madonna del Miracolo, iniziando dalle parrocchie di Bitti e Gorofai. Anticiperà, per buona coincidenza, di poche ore, i pellegrini verso il Santuario di San Francesco. Scenderanno nella notte su quel nastro d’asfalto, dalla Girandola, dopo la piana di Marreri e la ripida ascesa de Su Pettorru e Ziu Moro. Obiettivo comune, perseguire verità, pace e perdono.
Dal costone di Sant’Anna è inondata di luce, queste mattine di primavera, la conca che stringe il paese. Una morsa di difesa o di tragedia, come quella inflitta dal ciclo- ne “Cleopatra” quel 18 novembre 2013. Da piazza Su Cantaru ha trascinato uomini e cose, ha infranto sogni e speranze. Risorse importanti per la ricostruzione, sostiene l’amministrazione comunale. Riprendono forma le piazze e i parchi, San Giovanni o la piazza – paese, centro della comunità. Ma il Giorgio Asproni è ancora in braghe, transennato, con il terreno che gli smotta sotto i piedi, c’è ancora molto da fare nella città che sotto le alture di Bonu Caminu ricerca con affanno il suo futuro. Terra di intellettuali, radicalmente intrecciati con la sua economia agropastorale, con i vicoli del centro storico, con le contrade antiche di Sa Pinna, Goreai e Gurumuru, Sa Matta ’e Susu e Sa Matta ’e Josso, con Cadone, Monte Mannu e Zorra: da Mialinu (Michelangelo) Pira a Bachisio Bandinu, hanno dato senso alle antropologie del cambiamento. Tra La rivolta dell’oggetto e
Noi non sapevamo, hanno saputo collocare Bitti come epicentro del sisma culturale che ha capovolto la Sardegna intera nella sua storia più recente. Acuti nell’interpretare le scosse. Riannodando il filo con Asproni, che dal suo paese, ha dato un contributo sostanziale all’Italia Mazziniana dell’800, si costruiscono solidi pilastri per rendere attuale il passato. Con mostre e musei, scorrono immagini e suoni, storico cinema Ariston, dinosauri, pastoralismo, tenores, e non si perde la grande storia che scorre sotto i graniti di via Roma. A rileggerlo quel giornale quotidiano La Sardegna, cronaca da Sassari, 8 dicembre 1887: «L’isola intera si può rallegrare dell’atto compiuto avantieri, 5 dicembre, nella chiesa di san Giovanni, a sei o sette chilometri da Bitti. Uno scambio di leali dichiarazioni e giuramenti non solo seppellisce nell’oblio e nel perdono gli odi e le offese, ma prelude ad una durevole e feconda concordia di desideri e di propositi». Bitti e Orune, nella piana di San Giovanni, di fronte a schiere di autorità «religiose, politiche e militari», giurano reciprocamente di non recarsi più offese, ma era 130 anni fa. Ne hanno visto, poi, i ruderi del vecchio villaggio di Dure e l’altipiano di Dogolai! Deve correre don Mario Mula, tra Gorofai e Bitti, reggere i fedeli e animare di cultura il paese. Dalle pareti della stanza, col piglio severo, sovrintendono il Pievano Respano, don Tomas Calvisi e Padre Salvatore Carzedda, martire nelle Filippine, il 20 maggio 1992. Diego Carru, funzionario pubblico, fortemente impegnato nelle attività parrocchiali e tra gli animatori del giornale di Bitti Il Miracolo, diretto da Marilena Orunesu: «Tante risorse dopo l’alluvione – dice Carru –, potrebbe risultare un fuoco di paglia. Non vedo la rinascita di una nuova spinta morale e culturale per la natura e l’ambiente. Sì, noi ricordiamo Giovanni Farre, scomparso, trascinato via dalla furia del fango e dell’acqua, uomo attivo, faceva parte del coro parrocchiale. Nel bivio tra la tradizione conservativa e il cambiamento, vorrei che avanzasse quest’ultimo». Anche perché non mancano le premesse: il paese scommette sulle sue risorse, il parco regionale, tra Crastazza e Tepilora, si avvia a diventare punto di riferimento nazionale. Arrivano risorse e coinvolge, oltre Bitti, i comuni di Lodè, Posada e Torpè. Sfide nuove, da giocare sul tavolo del futuro che è già presente. Insieme agli altri attrattori, le tombe di gigante di Guore e Solle, il sito archeologico Romanzesu, le cascate straordinarie di S’Illiorai, mantenendo ferma e rafforzando l’asse portante dell’economia pastorale. «Più che la parola sviluppo si declina oggi la parola crisi, e stentiamo ad uscirne » – dice Diego Manca, allevatore. Si muove bene nel triangolo Bitti, Orune, Nule, tra Toddunele, Sos Corosos e Cavaddaris. Una figlia laureata in agraria, ricercatrice in un centro specializzato in zootecnia nel Texas. «Mi trovo impegnato in questi giorni in una “paratura”, ricostruiamo il gregge ad un pastore, gli hanno rubato 280 pecore. Guardo con fiducia anche all’intervento di Flavio Briatore, ci sta aprendo nuovi orizzonti – dice Diego con convinta determinazione – e nelle iniziative sta sostituendo i nostri politici locali e regionali».
«Non possiamo rassegnarci al declino – dice ancora Diego Carru –, il paese oggi ha 2850 abitanti, si è dimezzato in pochi decenni. Non è più il centro della grande borghesia agraria. Evaporato quel timido tentativo di industria nella piana. Regge la pastorizia, ma fino a quando? Non posso dimenticare che nel ’78 Bitti aveva un reddito pro-capite come quello di Varese, il più alto d’Italia ». E la pastorizia a Bitti vuol dire Europa. Angelo Floris, tecnico agricolo: «I pastori sanno come utilizzare le opportunità. Ci credono, scommettono, partecipano ai bandi. Ma non ci liberiamo dei tentacoli ammazza imprese della burocrazia regionale e statale. Troppi tempi morti frenano investimenti sogni e speranze».
Intanto fermi non si può stare, fervono i lavori di risistemazione del salone parrocchiale, un intervento Caritas su architetture ricche di storia: «Qui si riuniva il primo nucleo del CNL (Comitato di liberazione nazionale), alla presenza del senatore Mannironi». Parrocchia aggregante, nelle associazioni si raccolgono i giovani, Azione Cattolica, Cursillos, Neocatecumenali, Focolarini, Oratorio. Si punta a far rifiorire valori comunitari. Mariella Carzedda, catechista, nove anni nel consiglio pastorale, dopo due “legislature” si cambia, ministro straordinario dell’Eucaristia: «Occorre impegnarci tutti per stimolare soprattutto i giovani». Dal suo ufficio del GAL (Gruppo di azione locale), Mariella osserva la piana verso Onanì e Lula, si stagliano le cime di Turuddò e Punta Catirina sul Montalbo. «Ci occupiamo di progetti comunitari. Qui passa l’Europa e una nuova cultura sta nascendo: più consapevolezza dei propri mezzi e delle opportunità offerte se sappiamo coglierle. Anche il mondo della piccola impresa nelle campagne, risponde positivamente». E forse il nuovo avanza a Bitti. Piccoli passi ma inarrestabili.

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Il programma

Il Vescovo inizierà le giornate con l’Ufficio delle letture e le Lodi (alle ore 7.30 alternando nelle due parrocchie) e si terrà a disposizione per l’ascolto dei fedeli e le confessioni. Tutti i giorni si recherà a visitare anziani, malati e famiglie, compresi i giorni in cui – a causa di impegni pastorali – potrà essere presente solo per poche ore.

  • Domenica 30 aprile
    Ore 18.00: Inizio Visita Pastorale foraniale con la celebrazione della Santa Messa (Santuario B. V. del Miracolo)
  • Lunedì 1° maggio
    Ore 7.30: Ufficio delle letture e Lodi mattutine Convegno Diocesano dei Ministranti (Orune)
    Ore 18.00: Santa Messa (Chiesa San Giorgio)
    Ore 19.00: Incontro con le Catechiste, Ministri Straordinari (Vecchio Asilo)
    Ore 20.00: Incontro con i membri delle Associazioni e Movimenti parrocchiali (Chiesa San Giorgio)
  • Martedì 2 maggio
    Ore 10.00: Visita alle scuole Elementari
    Ore 11.00: Visita alle scuole Medie
    Ore 12.00: Visita al Laboratorio per disabili
    Ore 17.00: Santa Messa (Santuario N. S. del Miracolo)
    Ore 19.00: Incontro con il mondo del Volontariato e le Associazioni culturali e sportive ( Salone della Polizia Stradale)
  • Mercoledì 3 maggio
    Ore 10.00: Incontro con le Istituzioni civili e militari (Municipio)
    Ore 16.00: Visita in cimitero e benedizione delle tombe dei sacerdoti/religiosi/e
    Ore 18.00: Santa Messa (Chiesa San Giorgio)
    Ore 19.30: Incontro con il mondo del Lavoro ( Salone della Polizia Stradale)
  • Giovedì 4 maggio
    Ore 15.00: Incontro con i bambini e i ragazzi del catechismo ( Chiesa San Giorgio)
  • Venerdì 5 maggio
    Dalle ore 15.30: Il Vescovo si tiene a disposizione per le confessioni (Chiesa San Giorgio)
    Ore 18.00: Santa Messa (Chiesa San Giorgio)
    Ore 19.00: Confessioni per cresimandi, genitori, padrini e madrine (Chiesa San Giorgio)
  • Sabato 6 maggio
    Ore 18.00: Santa Messa e Cresime (Santuario N. S. del Miracolo)
  • Domenica 7 maggio
    Ore 11.30: Santa Messa (Chiesa di Sant’Elia)
    Ore 17.00: Santa Messa (Chiesa SS. Salvatore)
    Ore 18.00: Incontro con la Comunità di Gorofai (Chiesa SS. Salvatore)
  • Lunedì 8 maggio
    Ore 9.30: Visita alla scuola Materna parrocchiale
    Ore 10.30: Visita alla scuola Materna statale
    Ore 12.00: Incontro con i giovani del Liceo Scientifico
    Ore 17.00: Santa Messa (Santuario N. S. del Miracolo)
    Ore 19.00: Incontro con i Consigli pastorali parrocchiali
  • Martedì 9 maggio
    Ore 16.00: Santa Messa (Cappella della casa di Accoglienza) e incontro con gli ospiti e il personale della casa di Accoglienza per anziani
    Ore 20.00: Incontro con i priori (Saloncino della casa parrocchiale)
  • Giovedì 11 maggio
    Ore 18.00: Santa Messa e adorazione Eucaristica (Chiesa San Giorgio)
  • Venerdì 12 maggio
    Ore 18.00: Santa Messa e inizio Novena Beata Vergine Annunziata (Santuario Beata Vergine Annunziata)
  • Sabato 13 maggio
    Ore 18.00: Santa Messa di ringraziamento per la Visita Pastorale (Santuario Beata Vergine del Miracolo)
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