Il Sinodo dei Vescovi

La scheda. Cos’è il Sinodo, l’istituzione voluta da Paolo VI nel 1965
NEL NOME DELLA COLLEGIALITÀ DELLA CHIESA
Dal 5 ottobre l’assemblea straordinaria: 253 partecipanti, presenti 14 coppie di sposi

La parola sinodo deriva dal greco “syn-hodos” che significa “riunione”, “convegno” ma il suo significato originario “camminare insieme” esprime al meglio l’essenza di questa istituzione quale «strumento della collegialità episcopale» – secondo una definizione datagli da Giovanni Paolo II – e in definitiva quale assemblea dei rappresentanti dell’episcopato cattolico che ha il compito di aiutare e consigliare il Papa, a cui in ultima analisi spettano le decisioni, nel governo della Chiesa universale.
L’idea di un organismo episcopale che assistesse il Papa è maturata già durante la fase preparatoria del Concilio Vaticano II ma è stato Paolo VI a renderla possibile. Ancora cardinale, in occasione della morte di Giovanni XXIII, Montini faceva cenno ad una «consonante collaborazione del corpo episcopale non già all’esercizio, che certo resterà personale e unitario, ma alla responsabilità del governo della Chiesa intera». Eletto Papa, sia rivolgendosi alla Curia Romana, come pure in alcuni interventi durante il Concilio ritornava sul concetto di collaborazione. Fu infine nel discorso d’apertura dell’ultimo periodo conciliare ad annunciare la creazione del Sinodo dei Vescovi, istituzione ufficializzata dal Motu Proprio “Apostolica sollicitudo” del 15 settembre 1965.
Questa particolare assemblea non ha poteri decisionali ma esclusivamente consultivi, si riunisce periodicamente con queste forme: una assemblea generale ordinaria composta da un’ampia rappresentanza di vescovi da tutto il mondo che riunita con cadenza periodica – attualmente ogni tre anni – discute questioni di interesse generale; l’assemblea generale straordinaria – come sarà quella che ha inizio il 5 ottobre – è una più stretta rappresentanza di vescovi da tutto il mondo che si riunisce per discutere questioni urgenti di interesse generale; l’assemblea speciale, infine, è un’ampia rappresentanza di vescovi appartenenti ad una specifica area geografica che si riunisce all’occorrenza per discutere questioni relative alla propria area.
Il Sinodo straordinario, come detto, si riunirà dal 5 al 19 ottobre 2014, prima tappa di un percorso che culminerà nel 2015, quando dal 4 al 25 ottobre si terrà il 14.mo Sinodo generale ordinario.
I partecipanti all’assise delle prossime due settimane saranno 253, tra loro anche 14 coppie di sposi. I padri sinodali rappresenteranno la cattolicità della chiesa, cioè la sua universalità: saranno 191, tra cui 25 capi dicastero della Curia e 114 presidenti di Conferenze episcopali: 36 dall’Africa, 24 dall’America, 18 dall’Asia, 32 dall’Europa e 4 dall’Oceania. Gli altri partecipanti saranno 62, inclusi 8 delegati fraterni di altre chiese e comunità crsitiane: tra loro anche Hilarion, rappresentante del Patriarcato di Mosca. Dalle Chiese Orientali arriveranno tredici esponenti, provenienti anche da Paesi in conflitto come l’Iraq e l’Ucraina.
Per una felice coincidenza il Sinodo si concluderà il 19 ottobre, giorno della beatificazione di Paolo VI, colui che ne decise l’istituzione.

f.c.

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