La chiusura della Visita a Bitti

«No ai mormorii, vivete la comunione e prestate attenzione alla famiglia»

 

Vivere la comunione, mettendo Cristo – via verità e vita – come fondamento e prestare attenzione, con Cristo, alla famiglia: sono i due impegni che il Vescovo ha voluto lasciare alla comunità di Bitti al termine della Visita pastorale. La sua omelia era iniziata con una domanda: che cosa ha prodotto la Visita pastorale? «Dipende da noi, da ciascuno di noi – la risposta –. Il Signore ci ha visitato, ci ha aiutato a vivere la nostra fede, ci ha aiutato a prendere coscienza del nostro essere Chiesa. Che cosa rimane? Ciò che noi vogliamo che rimanga. Dipende da me, da ciascuno di noi».
Il primo messaggio, poi lasciato come impegno, «appare molto chiaro guardando le letture, sembra fatto apposta per Bitti – ha commentato monsignor Marcìa – eppure non ho scelto io le letture, sono quelle della quinta Domenica di Pasqua». Nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, ecco l’esperienza della prima comunità cristiana nella quale non mancano i problemi: i fedeli di lingua greca che mormorano nei confronti di quella ebraica per via dei servizi da rendere alle vedove. I discepoli risolvono la questione scegliendo sette uomini che si occuperanno del servizio mentre loro si dedicheranno alla Parola. «Anche nella prima comunità c’erano i problemi che avete anche voi – ha sottolineato il Vescovo – e hanno fatto una scelta: dire “voi apostoli pensate alla Parola di Dio, al servizio ci pensiamo noi, voi pensate alle cose di Dio, alla predicazione, all’evangelizzazione, alla Parola, spezzateci la Parola di Dio, le altre cose, alla mensa dei poveri, alla casa di riposo, all’asilo, al mondo sportivo per i giovani – diremmo oggi – ci pensiamo noi”. Ecco una comunità che cresce» – ha proseguito il Vescovo –, indicando questo come frutto della Visita pastorale.
Passando al Vangelo ecco le parole di Gesù: “Non sia turbato il vostro cuore” e ancora “Abbiate fede in Dio e anche in me”. «È bello – ha detto monsignor Marcìa –, Gesù consola i discepoli e li invita ad avere fiducia – “Ho vissuto tre anni con voi, mi avete già conosciuto, fidatevi” – , pensate un po’ quanti anni abbiamo vissuto con Gesù, chi più chi meno, ne ho commesso tante, mi sono allontanato, sono tornato, abbiamo vissuto con il Signore, ciascuno può fare un brevissimo esame della propria vita e, certo con i nostri limiti, i nostri peccati, ma con onestà possiamo dire “Signore tu eri qualcuno per me e sei qualcuno per me, io credo in te. Ci sono anche sacerdoti, religiosi, consacrati: “Signore ti avrò servito male ma ho giocato la vita per te, tra alti e bassi ho scelto te”. Ecco in questo cammino il Signore ci dice “Abbi fede”. Fidatevi – ha detto alla comunità di Bitti – ve lo sta dicendo il Signore ». L’invito alla fiducia in Dio arriva anche di fronte alle difficoltà poste dalla comunità di avere un solo sacerdote per due parrocchie, «una parrocchia serve per avvicinarsi al Signore, dobbiamo giocare con lui», come? Lo dice ancora Gesù rispondendo a Tommaso: “Io sono la via, la verità, la vita”. «Se tutti giochiamo la vita per lui ecco che creiamo una famiglia ma è lui che ci unisce: siate una cosa sola con lui, fidatevi di lui» – ha detto ancora il Vescovo portando poi un esempio personale. «Qualcuno nei giorni scorsi mi ha rimproverato – ha raccontato – “ma come non hai preti e ne mandi uno in missione?”. Io ho giocato con il Signore e sono sicuro di vincere perché lui ha detto di dare e non perderemo, non è forse vero che a chi dà promette il centuplo? Io mi sto fidando di lui, “hai bisogno di un prete? Prendilo”. E non gli ho mandato uno scarto, ho mandato uno che vale. Fidiamoci!».
L’ultimo passo lo suggerisce San Pietro nella seconda lettura, «mettere a fondamento del nostro credo, del nostro stile di vita della costruzione della nostra vita quella pietra scartata dagli altri, Cristo Gesù. Gesù sia il fondamento di tutte le nostre scelte, come la casa si regge sulle fondamenta, nella costruzione della nostra casa spirituale mettiamo Cristo a fondamento, quella via verità e vita e allora andremo avanti di certo».
Infine un richiamo alla famiglia, «è la cosa più bella che possiamo tutti quanti sperimentare, vivere – ha detto pensando anche alle realtà visitate a Bitti –: curatela».
Nel saluto finale il parroco don Mario Mula ha ringraziato il Vescovo: «Il minimo comune denominatore della Visita pastorale nelle parrocchie è la fede – ha detto –, avere fede in Dio e in Gesù Cristo: il nostro essere Chiesa, il nostro essere comunità ha senso per questo, allora ringraziamo il Vescovo perché a immagine di Cristo buon Pastore ancora ci ripete questo invito che per noi è anche un impegno come cristiani, come coloro che seguono Cristo e ascoltano la sua voce. Nei vari incontri l’importante è che ci abbia dato questo rinfrancamento nella fede che è quello di cui continuamente abbiamo bisogno, e come Vescovo continua ad avere questo dovere di rinfrancarci nella fede».
Prima della benedizione ancora un incoraggiamento: «Il Signore sia sempre con voi, al vostro fianco, cammini con voi nelle fatiche quotidiane, vi dia la certezza della sua presenza, mai niente ci tolga la gioia della speranza. Nei momenti pesanti pensiamo ai discepoli di Emmaus che senza rendersene conto avevano Cristo che camminava, faceva la stessa loro strada, fa la mia strada, mi sta accanto e anche quando sembra molto duro, molto pesante, lui è con me. Il Signore ci dia questa certezza, lui è con me, e quando pensiamo di avere poca fiducia in noi stessi pensiamo che lui ne ha tanta su di me». (fra. co.)

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