La chiusura della Visita a Onanì

«Che il Signore cammini sempre in mezzo a voi»

 

Essere una piccola comunità ha un pregio che può essere anche un rischio, sapere tutto di tutti che significa “farsi a pezzi per tutti” ma che può trasformarsi in “fare tutti a pezzi”. Di fronte a questa possibilità l’invito del Vescovo alla comunità di Onanì è quello di vivere la comunione e sfruttare una opportunità: essere piccoli in mezzo alle due comunità più grandi di Lula e Bitti offre la possibilità di fare come da cerniera fra queste due realtà così diverse, «è un ruolo molto bello, è la vostra missione – dice monsignor Marcìa – avete il compito di unire».
«È bello terminare la Visita pastorale in questa comunità – ha esordito il Vescovo – nel giorno della Sanre tissima Trinità quando l’abbiamo aperta nella festività di Pentecoste: tra Pentecoste e Santissima Trinità troviamo noi. Mi ricollego alla Pentecoste – ha proseguito – per ricordare alcune cose che dicevamo allora, guardando il dono dello Spirito Santo abbiamo detto che Dio ci ama, Dio mi ama. Dire che Dio ci ama è un po’ troppo generico, Dio mi ama, ama me, ama ciascuno di noi e mi ama perché mi ha creato per stare in comunione con Lui e mi ha voluto perchè Lui è comunione, lo è talmente che tre persone uguali e distinte formano un Dio solo e un’unica realtà». Ecco la festa della Santissima Trinità. E in questa ricorrenza, il Vescovo ha voluto lasciare un impegno che può essere anche un frutto della Visita pastorale, fare bene il segno della croce. «Può essere la sintesi massima della nostra fede – ha detto il Vescovo –, la fede in un Dio che mi ama».
Una parentesi sull’amore coniugale anche prendendo spunto dagli incontri con gli ammalati e gli anziani nei quali proprio l’amore coniugale e della famiglia tornava come “bella notizia” nei colloqui con il Vescovo, serve a ripetere quanto sia bello riuscire «a vivere l’amore tra noi e questo è il frutto della Trinità». Questo il primo messaggio dell’omelia finale nella chiesa del Sacro Cuore: «Dio mi ama». Così si può capire anche il centro del Vangelo del giorno nel colloquio tra Gesù e Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio”. Ancora un excursus sulla famiglia per spiegare il concetto. «Marito e moglie si amano, ma come fanno a di- che si amano? – ha domandato il Vescovo. Hanno delle manifestazioni, un bacio, una carezza, una gentilezza, ma questo non è l’amore, manifestano così quell’amore. Dio mi ha amato e mi ama, e manifesta il suo amore dando suo figlio unigenito e l’ha fatto perché chiunque crede in lui non vada perduto ma abbia la vita eterna. Ma come faccio io a credere in Dio, a credere in Gesù? A volte noi diciamo io credo, gli voglio bene, lo amo, ma con quali manifestazioni lo amiamo? Marito e moglie lo manifestano in mille modi, lo stesso amplesso è manifestazione dell’amore ma non è l’amore, l’amore è molto più profondo. Come faccio a dire credo in Lui se non manifesto a me stesso che gli voglio bene, che amo Dio? Devo trovare quella manifestazione. Allora, faccio un esempio, non vengo in chiesa per soddisfare chissà quali cose, casomai per manifestare a me stesso quanto amo Dio».
Il modo per manifestare quell’amore è esemplificato nella lettera ai Corinzi, ogni versetto è un incoraggiamento per la comunità di Onanì. “Siate gioiosi”, scrive Paolo e ancora “tendete alla perfezione”, «vuol dire diventare santi, la santità sembra lontana, no, la Trinità è con me – dice il Vescovo. Prosegue la lettura: “fatevi coraggio a vicenda”, ma per farci coraggio o siamo vicini altrimenti se non ci conosciamo cosa fare?». “Abbiate gli stessi sentimenti” significa essere «una cosa sola, siate famiglia» ri- pete monsignor Marcìa. “Vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi”, ancora, “salutatevi a vicenda con il bacio santo”, «invece qualche volta capita di cambiare strada per non salutare qualcuno».
L’augurio finale è tratto dalla prima lettura, quello della preghiera che fa Mosè: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, che il Signore cammini in mezzo a noi”, «ecco l’augurio che vi faccio, – ha detto – che il Signore cammini sempre in mezzo a voi. Non scoraggiatevi, non lo siete, che il Signore cammini sempre in mezzo a voi».
Prima della benedizione, del saluto e ringraziamento del parroco don Salvatore Goddi, il Vescovo ha voluto rimarcare i due concetti espressi nell’omelia, «possiamo innamorarci sempre più dell’unico nostro Dio in tre persone – ha detto –, per cui non dimentichiamo di vivere bene il gesto che facciamo quotidianamente e che ci richiama l’amore di Dio per noi e la realtà della comunione di Dio che ci spinge ad essere comunione. È un segno non è fede, ma è un segno che indica l’amore, con la coscienza di riconoscere l’amore di Dio per noi e l’amore nostro verso Dio che vivremo nella comunione tra noi».
La Visita pastorale a Onanì chiude anche le settimane vissute nella Forania Nostra Signora del Miracolo, la Visita riprenderà a settembre in Baronia, ultima tappa del pellegrinaggio del Vescovo nelle parrocchie della diocesi. (fra. co.)

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