La chiusura della Visita pastorale a Orotelli

Due parrocchie, un’unica comunità

«Siete chiesa, seguite davvero il Signore e sognate insieme»

 

«Da soli no, ma con te sì». Al termine della Visita pastorale a Orotelli, il Vescovo ha invitato ancora una volta la comunità a guardare all’immagine che ha donato alla parrocchia, quella “Incredulità di Tommaso con il Vescovo Magno” di Cima da Conegliano scelta come icona del pellegrinaggio in diocesi: «Lui è vivo, risorto in mezzo a noi, quella garanzia, quella certezza ci fa andare avanti. “Da soli no, ma con te sì”: possiate dirlo nel vostro cuore e viverlo». È l’ultima scena, questa, dopo dieci intensi giorni nelle parrocchie di San Giovanni Battista e dello Spirito Santo, ma sarebbe meglio dire – e il Vescovo l’ha sottolineato – nell’unica parrocchia di Orotelli: «Avete fatto tanta strada per diventare un’unica comunità – ha affermato ricordando come questo fosse anche il mandato affidato al parroco don franco Pala al momento del suo ingresso a Orotelli, fare di due parrocchie una unica comunità –, la dimensione dell’unità, questo è positivo». Monsignor Marcia ha voluto poi rispondere alle attese di quanti, nei giorni precedenti, gli domandavano quale fosse il suo pensiero, come vedesse la realtà parrocchiale: «Siete chiesa – ha risposto –, di questo dovremo gioire ma allo stesso tempo interrogarci se lo viviamo coerentemente».
Le letture del giorno vengono in aiuto alla riflessione. «Abbiamo pregato: “Chi ti segue, Signore avrà la luce della vita”. Se avessimo voluto cercare letture adatte per la conclusione della Visita pastorale non ne avremo trovato di meglio, sono quelle che la liturgia di oggi ci pone dinanzi. Ed è bello confrontarci con la Parola di Dio». Il Vescovo ha dunque ribadito le parole di Paolo, prima lettura: “Se vi lasciate guidare dallo Spirito non siete più sotto la legge”. «Noi – ha commentato – ci diamo delle leggi, che poi non osserviamo. Se anziché darci delle leggi vivessimo secondo lo Spirito quelle leggi neanche le inventeremmo, non servirebbero. Essere liberi dalla legge, vale anche per la comunità civica. Voi – ha domandato – date ai vostri figli delle leggi particolari? Ma se seguono bene la vita non gli date nessun ordine. Così è davanti al Signore». Il primo pensiero da lasciare a questa comunità è dunque questo: «Seguite davvero il Signore».
Il punto di partenza, come detto, è più che positivo: «Ho trovato realtà belle» – ha detto il Vescovo, pensando anche alla presenza ai momenti di preghiera delle Lodi o al “Buongiorno Gesù” dei bambini nei giorni precedenti: «Avere e dare luce fin dal mattino, non perdete quella tradizione, ognuno lo deve fare nella propria casa ma farlo anche come comunità non è male, tutt’altro» – ha commentato.
Significativa anche la presenza dei ragazzi più grandi, «con alcuni si è instaurato un bel rapporto umano durante la Visita pastorale – ha confidato – a noi adulti spetta dare speranza, diamo più speranza, più capacità, incominciamo a crederci noi. Allora vi dico: provate a sognare».
È questo un verbo ritornato più volte, sognare è del giovane cha ha una vita davanti. Per favore sognate e sognate bene, sognate il bello. Sognando il bello nasce il desiderio di attuarlo, di vederlo. Non prendete sonniferi che vi appiattiscono. Sognate una chiesa nuova, una società nuova, questa, la vostra». Con le parole di San Paolo ecco il profilo di una chiesa nuova, priva di gelosie, dissensi, delusioni, invidie, «perché se ci sono queste realtà vuol dire che non stiamo seguendo lo Spirito ma le nostre voglie umane», ma che sia fatta di gioia, pace, bontà, mitezza, dominio di se.
«Ho incontrato un uomo di 105 anni – ha raccontato monsignor Marcia –, un uomo aperto, gioioso, che ha la voglia di continuare. Il Signore l’ha assistito lasciandolo lucido, mi ha raccontato della sua vita, è un uomo che non è stanco di vivere, vive con gioia quello che sta vivendo, con serenità ed equilibrio: abbiamo degli esempi tra noi, belli, positivi».
Ecco di nuovo risuonare l’invito forte, pressante: «Sognate, sognando vengono stuzzicate in noi quelle capacità per fare, per attuare, per vivere. E se posso aggiungere una cosa un po’ più difficile dico: provate a sognare di lavorare insieme, di vivere insieme, sognate insieme una nuova Orotelli. Non siate disgregati, se il passato vi ha disgregato è passato, lasciatelo star, sognare è sognare il futuro, qualcosa che vi unisce. Avete capacità, potenzialità, vivetele, non siate piatti, stanchi».
Quella incontrata nei dieci giorni della Visita pastorale «è una comunità che vale – ha affermato il vescovo – in questi giorni avete dimostrato le vostre capacità, abbiate la costanza di proseguire. Se avete notato che ci sono delle possibilità sappiate che sono in voi, non fermatevi, andate avanti». E come nelle macchine il volano permette di superare i punti morti nelle fasi del motore, allo stesso modo la Visita pastorale sia «un colpo di volano per continuare: per questo – ha concluso – vi affido al Signore, perché appartenete a Lui, non ad altri. Sia Lui, lo Spirito a suggerirvi sogni e realtà belle che ci sono, potenziatele, rimboccatevi le maniche e riuscirete». A ricordarlo, ogni giorno, sarà anche quell’immagine lasciata in dono. (fra. co.)

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