Lula (14 – 20 maggio 2017)

Alle falde del Montalbo il futuro insegue le tracce del passato

di Matteo Mrteddu

Quel bianco che inonda case e piazze avvolge il paese nelle mattinate di primavera. Lo troverà così monsignor Marcìa il paese di Lula, camminando per la visita pastorale il 14 maggio: quasi un paramento di luce, sole che all’improvviso investe la facciata de “Sa Creja mazore” in piazza Loreto. Sale dalle cime di Nudorra e Vithienne dopo aver attraversato “Sa ’e Mussinu” e la valle di Nurai quel bianco che rende il paese compatto, tra i suoi antichi rioni e le zone di espansione. 1400 abitanti decisi a non mollare intrecciando in uno sforzo quotidiano tradizioni e modernità. Bisogna entrarci in questo paese alle falde del Montalbo, anche per sfatare luoghi comuni di tracce di letteratura troppo frettolosa. «C’è una Lula reale – racconta Gianfranco Pintore in Lula, trent’anni di viaggio per un tempo che esiste –, quella dei cittadini che la abitano, di chi ne è emigrato e di chi vi è immigrato, delle armonie e dei conflitti, delle contraddizioni e delle coerenze, della solidarietà comunitaria e degli egoismi e perché no, dei tradimenti. E c’è la Lula virtuale, quella raccontata dai mass media, che abbattono sul paese approssimazioni, pregiudizi e solo raramente raccontano una realtà verificata ». E a narrarla sono oggi le associazioni che ricercano tutte le occasioni per fare rete e rafforzare le radici comuni. «Non lasciamo nulla di intentato – dicono Gianni Arrigo, della Proloco “Sa rosa ’e Monte” e Matheu Corrias (protagonista di tante iniziative) – per tenderci la mano l’un l’altro. Lula è già nel futuro. Non coniughiamo più i verbi al passato. Con Azione Cattolica, Avis, attività sportive, mettiamo in campo buone pratiche che irrobustiscono il senso di comunità: Il monte, le nostre terre sono cemento unificante, non teatro di disgregazione e violenza».
Aumenta la consapevolezza che da quel monte può arrivare la rinascita l’hanno difeso con le unghie e con i denti. Intanto perché porta ancora i segni, lungo i tratturi di calcare tra Mandra Brujada e Karkinaglios o nella fuliggine de sa grutta Homines Agrestes, della devastazione e delle fatiche immani e perché dai boschi di roverelle, lecci e querce tanta parte di storia lulese è passata. Come quando, intorno agli anni Ottanta hanno impedito che la Regione, senza sentire il parere dei cittadini, autorizzasse il taglio di parte delle foreste nelle aree di Sa ’e Tamponi. «Il taglio non deve essere regolamentato – affermava allora il consigliere comunale Bernardo Asproni – deve essere assolutamente impedito, insieme alla ferma condanna per la Regione che ha scippato e offeso l’autonomia del Comune ». Regione che come spesso accadeva o accade, utilizzava bastone e carota: scippo della foresta e acquisto della cantoniera di Janna e Ruche per destinarla a colonia per i giovani. Comunità che ancora si stringe alle sue chiese, anche San Francesco, se pure in equilibrio “instabile” con i nuoresi. Qui onora l’appuntamento annuale con la sua gente il vescovo Sebastiano Sanguinetti e nel settembre di ogni anno la profonda religiosità popolare si stringe attorno ai priori nelle chiese campestri del Miracolo, San Nicola e San Matteo, non è mai stato semplice mettere d’accordo sacro e profano. Ne sa qualcosa don Salvatorangelo Nieddu, dorgalese e parroco dal 1978 al 1996. È dovuto ricorrere ad uno Statuto dei santuari, per regolamentare le due sfere. Lo riporta, con scrupolosi dettagli nel suo libro I bacchettoni di Lula, ovvero la pietà popolare defraudata. All’articolo primo si legge: «Il santuario è, giuridicamente, una chiesa o altro luogo sacro, ove i fedeli, per una particolare pietà, si recano in pellegrinaggio, per pregare, chiedere aiuto a Dio e forza nella vita di ogni giorno. I priori sono i collaboratori del parroco nella preparazione e conduzione della festa» insomma, patti chiari e amicizia lunga. E funziona: nelle tre giornate e nottate di feste, organetto e balli, celebrazioni e spiritualità, bollito e cannonau mentre fanno da sfondo le falesie del loro monte, da Punta Casteddu ricco di storia nuragico-bizantina alla cima di Turuddò svettante sopra iscala Iselia.
Hanno ben coscienza della loro forza antica i lulesi e la riscoprono camminando sulle loro terre, dai nuraghi di Pretichinosu, Colovros, Lithu Ertiches agli insediamenti di Santu Marcu e S’Aliterraglia. Anche se sotto la terra, nel sottosuolo, ha camminato tanto l’asprezza della vita delle sue genti e non solo perché ancora si respira l’aria degli schiavi della Roma imperiale dannati “Ad metalla”, a raschiare dalle pareti blenda e galena, o degli schiavi ebrei dell’XI secolo sospinti nelle forre con la forza e la violenza dal possidente Nabatha. Sono i tempi più recenti ad aver segnato la vita del paese in “Sa Mina”. Lo sfruttamento di Sos Enattos, Gusurra, S’Arghentarìa e Nurai: sfruttamento estrattivo dalla notte dei tempi e la grande storia della Rimisa e degli operai, oggi invece silenzi surreali. In quell’imbuto naturale, tra Lula, Bitti e Orune palazzoni anonimi e decadenti, spezzoni di graniti abbandonati. Colori vividi sulla pelle del Cristo minatore negli affreschi di Diegu Asproni il pittore minatore di Bitti che, per due anni, ha vissuto a contatto con i filoni piombiferi. Eppure sono ancora aggrappati a quell’antica cultura mineraria e se l’Igea, la nuova società della Regione, battesse un colpo per dare valore ambientale e moderno a questi luoghi, loro sono pronti perché hanno dimestichezza con il lavoro.
Spostandosi alla piana del Sologo, con aziende diversificate dall’impiantistica all’agroalimentare, un’area industriale e produttiva difesa con violenta determinazione (è il destino dei lulesi), quando ci fu il tentativo di trasformare la zona in mega discarica per la mondezza dell’intera Sardegna. Il futuro cammina qui quando il Comune, forse unico nell’Isola, crea il marchio “Terra di Lula”, con certificazione ambientale europea, propone un progetto per i fondi comunitari, per la valorizzazione ambientale, qualitativa e culturale e per le produzioni agroalimentari. Comune di Lula capofila ed in ottima compagnia: società come la Training& Solutions, Flai CGIL, Fondazione Metes, Gruppo di Azione Locale, comuni limitrofi, Libera di don Ciotti e chiaro il riferimento alla legalità, Agenda 21 Italia. Non v’è dubbio che il Vescovo troverà una comunità in grande fermento: «Ansia di cambiamento – dice Don Salvatore Goddi – di cogliere tutte le opportunità, perché qui sappiamo che la Storia, anche quella raschiata del sottosuolo o delle pietraie del calcare, oggi è ricchezza, per renderci più uniti come popolo di Lula». Lo si legge nei volti dei ragazzi e ragazze che animano i pomeriggi di primavera, in piazza Loreto, sfiorati dalle brezze di Conca Humosa e Punta Catirina.

© riproduzione riservata

***

Il programma
  • Domenica 14 maggio
    Ore 18.00: Apertura della Visita pastorale. Accoglienza del Vescovo in Piazza Loreto. Santa Messa e incontro con i parrocchiani
  • Lunedì 15 maggio
    Ore 8.00: “Buongiorno Gesù” (incontro con i ragazzi delle Medie)
    Ore 10.00: Cimitero nuovo, celebrazione della Parola
    Ore 11.00: Cimitero vecchio, Santa Messa Pomeriggio Visita alle famiglie
    Ore 18.00: Adorazione Eucaristica con i gruppi della parrocchia (Aci, Oratorio, Consorelle del Rosario, Rosario Perpetuo, Santa Rita, Sant’Antonio, San Giuseppe, Gruppi pulizia della chiesa…)
  • Martedì 16 maggio
    Mattino: Incontro con i priorati delle feste di campagna
    Ore 9.00: Nostra Signora del Miracolo
    Ore 10.00: San Nicola
    Ore 11.00: San Matteo Pomeriggio: Udienze parrocchiani
    Ore 18.00: Santa Messa con i priorati e la Leva 1967 (Comitato B. V. Assunta)
    Ore 19.00: Incontro con i priorati e la Leva 1967 nei locali dell’Oratorio
  • Mercoledì 17 maggio
    Ore 8.00: “Buongiorno Gesù” (con tutti i bambini)
    Ore 9.30: Visita-saluto presso l’Istituto Comprensivo
    Pomeriggio: Visita alle associazioni di volontariato e alle loro sedi Avis, Croce Verde, Comunità Duos Coros, Pro Loco
    Ore 18.00: Santa Messa con le associazioni di volontariato. Unzione degli infermi
    Ore 19.00: Incontro con tutte le associazioni di volontariato nei locali dell’Oratorio
  • Giovedì 18 maggio
    Ore 8.00: “Buongiorno Gesù” (incontro con i bambini delle Elementari e Materne)
    Ore 9.30: Saluto in Comune e ai Carabinieri. Incontro con i Minatori. Incontro con gli operai forestali “Tamponi”
    Ore 15.00: Incontro in Oratorio con catechisti, educatori, animatori…
    Ore 16.00: Prima confessione dei bambini della Prima Comunione
    Ore 18.00: Santa Messa con tutti i bambini e i ragazzi. Festa finale
  • Venerdì 19 maggio
    Ore 9.00: Visita alle famiglie, ai malati e ai centenari
    Ore 17.00: Esposizione dell’Eucarestia. Celebrazione penitenziale per tutta la comunità… cresimandi, padrini e familiari
    Ore 18.00: Santa Messa di ringraziamento per gli anniversari di matrimonio
    Ore 19.00: Incontro con le famiglie
  • Sabato 20 maggio
    Ore 9.00: Visita ai malati
    Ore 11.00: Santa Messa a Mamone
    Ore 18.00: Cresime e conclusione della Visita pastorale
condividi su