Oniferi (25 settembre – 1 ottobre)

Oniferi, rafforzare le radici per guardare al futuro

 

di Matteo Marteddu

 

Pomeriggio di fine estate, aspettando la visita pasto- rale di monsignor Marcìa. Risalendo le curve di Su Pradu, sulla destra Sos Eremos, l’orizzonte chiuso dalla cupola di Sant’Anna, Oniferi. Trova conferma la descrizione del “Dizionario” Angius/Casalis (Gianni Bitti, Oniferi nei Quinque libri): «Nelle stagioni e ore umide, l’aria si ingombra di nebbia e questa sovente sperimèntasi dannosa, nell’estate non sono rare le tempeste, e di rado nocive alle messi e alle vigne». Dalla campagna arsa e ingiallita arriva un odoroso profumo terragno. Avvolge il paese dalla linea di Uvòno, verso Orotelli, a Merilo, Gianna e Bentos e la collina sacra di Soloai. Qui si raccolgono, dai tempi di don Salvatore Merche, genti di fede per ringraziare dei raccolti di grano. Dalla finestra/cartolina del nuovo municipio, Stefania Piras scruta l’orizzonte di Nurdole, luogo di culti nuragici, divinità delle acque e bronzi nu- ragici. Simbolo della nuova giovane generazione di sindaci di Barbagia. Jeans modellati e strapazzati, come le sue coetanee, da qualche anno guida il piccolo centro, nel cuore dei confini tra Nuoro, Orotelli, Orani e Benetutti. Pare di toccarla, dal finestrone, sa Serra, teatro, nell’incrocio Tres Lacanas e sa Janna Bassa, di cronache della dura vita dei pastori e di scontri cruenti con rappresentanti dello Stato. Oggi ancora è centro di produzione di sughero. Una delle voci più solide del prodotto interno lordo della piccola comunità. Le cataste ammassate sotto il paese, in attesa del mercato, danno conto di una industria non in declino. Alla giovane sindaca brillano gli occhi neri, quando racconta delle capacità imprenditoriali in alcune realtà della sua gente. Chiusa l’illusione Ottana, con le sue ceneri sparse al vento. Rimane il welfare (stato sociale ndr), aggrovigliato nelle pensioni, anche quelle col marchio Regione Sardegna. Poi pastorizia, ma non tanta da reggere la fragile economia. E i servizi, nei quali gli oniferesi si sono sempre distinti. Operai, edili, lavoratori instancabili. È dura per i giovani. Vorrebbero restare, non prendere le valigie e andare. Perché il paese è accogliente, ha il suo fascino antico, nei vicoli e nei quartieri, sos vichinados, Su Nodu, Santu Jubanne, Sant’Anna, Su Cantaru, Preda Manna, Bia ’e Susu, Sa ’e Lovicu. Quelli che animano il palio d’inizio settembre e che monsignor Marcìa incontrerà, nel programma “Il Vescovo incontra Sos Vichinados”. Molto attenta la sindaca, che ha la bozza del programma sul suo tavolo, a collaborare con don Aldo Cottu.
A Oniferi si vuole restare. Si respira bene tra Ponte Molinos e il parco di Ghido. Realizzato dopo storiche battaglie con antichi proprietari del sito. L’andamento demografico non è, come in altri centri, a parametro zero. Ancora 950 abitanti, rispetto ai 1100 degli anni ’60. Un paese “giovane”. «Solo nel XIV secolo infatti ne fa menzione il libro delle decime e figura tra le ville firmatarie dell’atto di pace del 1388, tra il Giudicato d’Arborea e gli Aragona». Nonostante ancora oggi la sua ricchezza sia l’eredità degli abitanti del Neolitico e del Nuragico. Dalla Necropoli di Sas Concas. Complesso ipogeico, una ventina di tombe, con dromos, dipinti di ocra rossa,  simbolo della rigenerazione, con i Petroglifi, «raffigurazioni umane a braccia alzate, incise sulle pareti in posizione rovesciata quale simbolo della morte» (Vincenzo Santoni). La necropoli Brodu, l’area megalitica di Isculacacca. E l’epopea Nuragica, tra i tanti, nuraghe Ola e Moddorocco, a Soloai, sulle cui rovine sorge la chiesa della Madonna della Pace.
Oniferi, incrocio di popoli e persone provenienti dai paesi vicini. «Si verificava già nel tempo passato. Molte persone da altre realtà si stabilivano a Oniferi. 1713 primo e unico atto di matrimonio, sposo di Orani, 1714, sposo di Orotelli. Così nei matrimoni del 1700 e inizi 1800 gli sposi venivano da Tonara, Mamoiada, Lei, Sagama, Bitti, Sedilo, Donori, Sarule, Orotelli» (Gianni Bitti, Quinque Libri). Deriva da qui la grande capacità di accoglienza che conserva il paese. «Viviamo qui – dice Stefania – perché amiamo la comunità, la sua storia, il suo presente. Lo testimoniano anche quelli che tornano, dalla Francia, Germania, Belgio, Argentina». Anche per rivisitare i luoghi della religiosità, la parrocchiale di San Gavino, Santu Bainzu, il Patrono. Conserva strutture originali del romanico. La chiesa di Sant’Anna, nominata chiesa maggiore, nel- la piazza principale del paese e Soloai, Madonna della pace. Piccolo paese, grandi problemi. Mi conferma la sindaca, in una stagione di cambiamenti epocali. «È la sfida per tutti. È la motivazione che mi ha spinto a candidarmi, oltre l’incoscienza! – dice con sorriso intrigante. Conto di portare tutti a condividere le regole della convivenza, anche nella semplice gestione degli eventi. So che il vescovo porterà parole di incoraggiamento. Poi ho nella mente e nel cuore le parole di don Peppe Argiolas. Si rivolse a me, giovane sindaco: «Nois duos semus semper imparadores». Non piove più nel pomeriggio di settembre. Il profumo d’erba bagnata, di mirto e lentisco continua a salire da Monte Ormina, Su Cantaru e Preda Manna.

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Il programma
  • Domenica 25 settembre
    Ore 10.30: Apertura e Santa Messa
    Ore 15.30: Visita al Cimitero
    Ore 17.00-19.00: Visita agli ammalati e alle famiglie dei Rioni Preda Manna, Su Cantaru
    Ore 19.00: Incontro del Vescovo con Sos Vichinados: Preda Man- na, Bia ’e Susu, Sant’Antoni, Su Cantaru (Saloncino Cres)
  • Lunedì 26 settembre
    Ore 7.30: Lodi Mattutine col popolo
    Ore 8.15: Preghiera del mattino con le Scuole (Buon Giorno Gesù)
    Ore 8.30: Visita alle Scuole – Infanzia – Elementari – Medie
    Ore 10.30-12.30: Visita ad ammalati e famiglie, Sant’Antoni e Bia ’e Susu
    Ore 16.00-17.30: Visita ad ammalati e famiglie, Monteormina e Sant’Anna, Su Nodu
    Ore 18.00: Santa Messa in Par- rocchia
    Ore 19.00: Incontro del Vescovo con Sos Vichinados: Sa ’e Lovicu, Sant’Anna, Su Nodu, Monteormina, Su Caminu ’e Orane, Santu Jubanne (Gazebo Centro Cambosu)
  • Martedì 27 settembre
    Ore 7.30: Lodi Mattutine col popolo
    Ore 8.15: Preghiera del mattino con le Scuole, animata dalle Medie (Buon Giorno Gesù)
    Ore 9.00: Incontro del Vescovo col Sindaco e l’Amm.ne Comunale nella Sala Consiliare
    Ore 10.00-12.00: Visita ammalati e famiglie, Rioni Santu Jubanne, Su Caminu ‘e Orane
    Ore 15.00: Il Vescovo in ascolto dei Parrocchiani
    Ore 16.00: Visita ammalati e famiglie, Rione Sa ‘e Lovicu
    Ore 18.00: Santa Messa in Parrocchia
    Ore 19.00: Incontro del Vescovo con i giovani, studenti e lavora- tori
  • Mercoledì 28 settembre
    Ore 7.30: Lodi Mattutine col popolo
    Ore 8.15 : Preghiera del Mattino con le Scuole, animata dalle Elementari (Buon Giorno Gesù)
    Ore 9.00 : Visita Esercizi Commerciali e Aziende Locali
    Ore 10.30: Incontro a S’iffurcau con Pastori e Agricoltori, Mondo del Lavoro e Imprenditoria
    Ore 16.00: Visita ammalati e famiglie, Rione Sos Eremos
    Ore 18.00: Santa Messa in Parrocchia
    Ore 19.00: Incontro del Vescovo con Su Vichinadu: Sos Eremos (Sala Antiche Scuole Elem.)
    Ore 20.00: Incontro del Vescovo con le Famiglie
  • Giovedì 29 settembre
    Ore 16.00: Incontro del Consiglio Pastorale
    Ore 17.00: Catechisti e Movimenti Ecclesiali.
    Ore 18.00: Santa Messa in Parrocchia
    Ore 19.00: Adorazione Eucaristica Comunitaria
    Ore 20.00: Incontro del Vescovo con il Volontariato e Associazionismo civile nel Saloncino del Cres
  • Venerdì 30 settembre
    Ore 7.30: Lodi Mattutine col popolo
    Ore 8.15: Preghiera del mattino con le Scuole, animata dall’Infanzia (Buon Giorno Gesù)
    Ore 9.00: Visita alla Caserma dei Carabinieri
    Ore 10.00: Visita famiglie e ammalati
  • Sabato 1° ottobre
    Ore 7.30: Lodi Mattutine col popolo
    Ore 8.00: Il Vescovo in ascolto dei Parrocchiani
    Ore 9.00-12.00: Esposizione del Santissimo
    Adorazione personale – Confessioni
    Ore 17.00: Messa di chiusura della Visita Pastorale
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