Ottana (18-24 settembre 2016)

Ottana e la sua Cattedrale

 

di Sebastiano Corrias, parroco

 

Il 26 novembre del 1503, Giuliano Della Rovere, da poco elevato al soglio pontificio col nome di Giulio II emanava una bolla le cui parole iniziali recitano: “Aequum rep utamus et rationi consonum, ut ea, quae de Romani Pontificis provisione processerunt, licet eius superveniente obitu Litterae Apostolicae super illis confectae non fuerint, suum sortiantur effectum”. Tradotto in italiano: “Riteniamo sia giusto e logico rendere operativi i prov- vedimenti del Romano Pontefice, anche se, a causa della sua morte, non furono preparati i decreti apostolici”. In questo modo il Pontefice rendeva operativi i provvedimenti presi dal suo predecessore Alessandro VI, interrotti a causa della sua morte avvenuta improvvisamente il 18 agosto del 1503. Si- nora da tutti gli storici, anche contemporanei, è stata riportata come data di emanazione della Bolla, l’8 dicembre. Di fatto vi è stata una errata lettura del documento che riporta testualmente “sexto calendas decembris” (26 novembre), chiaramente confuso con “sexto idus decembris” (8 dicembre). È difficile capire come sia nato l’equivoco, ma già Mons. Andrea Baccallar in occasione di una delle sue prime visite ad limina riporta nella breve presentazione storica della diocesi la data del 26 novembre. Sulla natura della morte di papa Borgia, ufficialmente causata dalla malaria, ci sono stati sempre seri dubbi, avvalorati da storici illustri come il Guicciardini: il Papa sarebbe morto avvelenato per errore in un ennesimo complotto organizzato insieme al figlio Cesare ai danni del Cardinale Adriano Castellesi di Corneto, di cui volevano incamerare i beni.
Con questa bolla vengono soppresse le antiche diocesi di Castro e Bisarcio, annesse ad Ottana, la cui sede non fu mai soppressa, e si decretava l’elevazione a sede vescovile del- la città di Alghero, importante pievania dell’Archidiocesi di Sassari. Ricordo con piacere ciò che mi ripeteva Mons. Ottorino Alberti, di passaggio ad Ottana: “La sede vescovile di Ottana, non fu mai soppressa, bensì traslata, che è giuridicamente diverso”.
Ufficialmente per la traslazione della sede di Ottana, un ruolo di non secondaria importanza sembra averlo giocato l’eccessivo spopolamento del territorio. In realtà lo stesso Giulio II afferma in maniera esplicita che Alessandro VI, col riassetto delle Chiese sarde, aveva voluto assecondare le richieste che ripetutamente il re di Spagna Ferdinando II e la regina Isabella gli avevano più volte indirizzato, perché uomini a loro fedeli potessero governare le Chiese nei regni lontani dalla Spagna. In questo contesto la Sardegna sembra preoccupare in maniera particolare il re. Il progetto al quale il sovrano annette molta importanza, in effetti è un piano chiaro e ben definito. Col passare del tempo poi risultò evidente dai molti documenti della fine del secolo XV, per quanto riguarda la nostra isola. Una volta ottenuto dal Papa il diritto di nomina, di patronato o di presentazione, sarebbe risultato più semplice influenzare il governo dei vescovi nell’assecondare la politica spagnola.
Da quasi mille anni chi raggiunge Ottana scorge da lontano l’antica cattedrale, scenograficamente isolata su un rilievo di roccia tufacea nella zona sud dell’abitato. Siamo all’inizio della grande piana in cui scorre “Su Rivu Mannu” il fiume Tirso, che rende particolarmente fertili le sue terre, un tempo ricco granaio, oggi sede di numerose e moderne aziende zootecniche. Meta di studio per storici dell’arte, studiosi e turisti che restano affascinati dalla purezza delle linee di questo insigne monumento romanico. La chiesa di San Nicola fu consacrata nel 1160, co- me risulta dalla pergamena originale custodita nell’Archivio parrocchiale e rinvenuta sotto l’altare maggiore nel 1912: ANNO AB INCARNATIONE DOMINI MCLX INDICTIONE OCTAVA EGO ZACHARIAS EPISCOPUS CONSECRAVI HANC ECCLESIAM AD ONOREM BEATI NICOLAI CONFESSORIS ET BEATAE VIRGINIS ET SANCTORUM FABIANI ET SEBASTIANI RELIQUIAS INCLUSI. Chi entra in questo antico tempio, anche il turista frettoloso o distratto, non può non rimanere impressionato. Lo sguardo va istintivamente al presbiterio ed all’altare, e la morbida luce che filtra dalle strette monofore crea un’atmosfera di pace che induce alla contemplazione ed alla preghiera. Salire a San Nicola, contemplare le sue antiche pietre dai bagliori violacei, rosacei e purpurei, sostare in silenzio dinanzi alla mirabile tavola dei Santi Francesco e Nicola, dove luce e ombra si fondono nell’oro, ci libera dagli umani affanni e ci rende testimoni dell’eredità dei Padri.
Ecco, il carattere unitario della costruzione si evince visitando l’interno, cui si accede dalla scalinata principale esposta ad ovest. Colpisce anzitutto la considerevole altezza delle pareti in pietra chiara. Appena al di sopra delle strette monofore strombate si trovano delle mensole lignee per le capriate. Nelle porte architravate la lunetta dentro l’arco di scarico è segnata da un sensibile rincasso. Nei lavori di restauro del 1973-76 come riferisce Fernanda Poli (già direttore nel ruolo degli Storici dell’Arte del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali) si trovarono all’interno delle emergenze archeologiche di non facile identificazione; tra cui due tombe addossate alle fondamenta nord dell’aula, più o meno al centro della navata. L’aula si conclude con un abside ampia di eleganti proporzioni, il cui arco frontale ha chiave più alta rispetto alle arcate del transetto che sono voltate a botte. La monofora centrale appena sotto il grande Cristo ligneo, reca scolpita nella centina monolitica una croce greca o di Gerusalemme, le cui estremità dei bracci sono girate a ricciolo.
Nel braccio settentrionale del transetto è sistemata la pala d’altare dove vi è l’iscrizione: FRATER SILVESTER EPISCOPUS OCTANENSIS DOMINUS MARIANUS DE ARBOREA DOMINUS GOCIANI ET MAMILLE ME FECIT FIERI. La cronologia del dipinto, fra il 1338 e il 1343, si ricava dall’identificazione di Mariano IV giudice d’Arborea, che titoli e abito dicono ancora erede al trono. Mariano IV si era sposato a Barcellona nel 1336 con la nobile Timbora dei Rocaberti che nel 1337 gli aveva dato il figlio maschio Ugone, intorno al 1340 la figlia Eleonora e, nel 1341-42, l’altra figlia Beatrice. Rientrato in Sardegna nel 1342 era stato insignito col titolo onorifico di Conte del Goceano e Signore della Marmilla. Per molto tempo la sua residenza fu il castello del Goceano, presidio della sua contea, popolando il paese di Burgos e nel 1343 si era fatto ritrarre col Vescovo di Ottana Silvestro, frate francescano, nella tavola dei Santi Francesco e Nicola. La preziosa rarità di questo documento, di notevole importanza storica, ha riscontro in altri elementi di arredo che attestano l’antica dignità episcopale di Ottana, in rapporto al trittico, ne confermano i legami con il polo culturale arborense.
Nella cuspide centrale vi è dipinta la Madonna in trono con il Bambino Gesù e nelle cuspidi laterali, Santa Caterina d’Alessandria, la scena dell’Annunciazione e Santa Elisabetta d’Ungheria protettrice delle terziarie francescane. L’autore del dipinto, conosciuto come il Maestro delle tempere francescane è Pietro Orimina, pittore napoletano di Scuola giottesca che lavorava anche per Roberto d’Angiò, re di Napoli. La facciata è suddivisa in tre ordini. Nel primo e nel secondo le lesene formano tre arcate a doppia ghiera, decorate con luci romboidali a rincassi. Nel secondo ordine si apre una bella bifora ed il frontone è abbellito da cinque arcate che contengono dei bacini ceramici.
Il prospetto nord, ornato da archetti pensili, presenta fasci bicromi con inserti di calcare più chiaro. Di notevole fascino e penetrante simbologia la luce cruciforme nel frontone posteriore dell’abside, quasi una scultura moderna di Cristo in croce.
Nell’ottobre del 2004 un de- creto del papa San Giovanni Paolo II inserì nuovamente la sede ottanese come titolare di cattedra, nominando “Episcopus Octanensis” Mons. Lorenzo Ghizzoni, attuale arcivescovo di Ravenna. Oggi questo titolo appartiene al vescovo po- lacco S. E. Mons. Piotra Sawczuka, nato a Urodzil (Polonia) nel 1962, nominato “Episcopus Octanensis” con bolla di papa Benedetto XVI nel 2013.

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Il programma
  • Domenica 18 settembre
    Ore 9.00: arrivo del Vescovo e accoglienza nella chiesa di San Nicola da parte del Parroco, del Sindaco, delle Autorità militari (Comando Compagnia e Stazione dei Carabinieri, Polizia di Stato) e dell’intera Comunità parrocchiale
    Ore 9.30: Celebrazione Eucaristica animata dal Coro Parrocchiale
    Ore 10.30: Benedizione e partenza per la chiesa campestre del Beato Pietro Messalenis
    Ore 11.30: Celebrazione Eucaristica animata dal Coro Parrocchiale
    Ore 12.30: Invito offerto a tutti i partecipanti dal Comitato “Santu Predu”
    Ore 13.30: Pranzo comunitario
    Ore 18.00: Rosario meditato e preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose
  • Lunedì 19 settembre
    Ore 8.30: Celebrazione Eucaristica e meditazione sul tema della misericordia. Visita al Cimitero
    Ore 10.00: Visita ai malati ed anziani
    Ore 12.00: Visita alla Casa Famiglia
    Ore 16.00: Visita ai malati ed anziani
    Ore 18.00: Celebrazione Eucaristica ed incontro con le Confraternite femminili e maschili, Santa Croce, Sacro Cuore, Beata Vergine Assunta e Beata Vergine del Carmelo
  • Martedì 20 settembre
    Ore 7.30: Celebrazione Eucaristica e meditazione sul tema dell’Eucarestia
    Ore 9.00: Esposizione del Santissimo e inizio confessioni
    Ore 17.30: Esposizione del Santissimo e Benedizione
    Ore 18.00: Celebrazione Eucaristica ed incontro con i gruppi parrocchiali: Educatori ACR, Catechiste, Gruppo Missionario, Coro parrocchiale, Infanzia Missionaria, Ministri Straordinari, Apostolato della Preghiera
  • Mercoledì 21 settembre
    Ore 7.30: Celebrazione Eucaristica e meditazione sul tema della Famiglia e della Scuola
    Ore 8.30: Visita ai malati ed anziani Ore 10.30: Visita alle scuole, Materna, Elementare e Medie
    Ore 12.00: Visita all’Amministrazione Comunale
    Ore 16.00: Visita alle aziende zootecniche e agricole
    Ore 18.00: Celebrazione Eucaristica con le Famiglie e i bambini del Catechismo e del Piccolo Coro Sant’Antonio
    Ore 19.00: Momento di fraternità
  • Venerdì 23 settembre
    Ore 7.30: Celebrazione Eucaristica e meditazione sul lavoro
    Ore 9.30: Visita alle attività produttive nella Zona Industriale, Contratto d’Area e del Pip
    Ore 11.30: Visita alle imprese minerarie, Maffei Sarda e Sarda Silicati
    Ore 13.30: Incontro riflessione e pranzo.
    Ore 15.00: Incontri personali col Vescovo
    Ore 16.00: Visita ai malati ed anziani
    Ore 18.00: Celebrazione Eucaristica
    Ore 19.00: Incontro con le Associazio- ni laicali del Volontariato, Gruppi e Associazioni Culturali
  • Sabato 24 settembre
    Ore 7.30: Celebrazione della Parola e meditazione conclusiva
    Ore 9.00: Conferenza stampa e presentazione dei lavori di restauro della Cattedrale di San Nicola
    Ore 10.30: Celebrazione Eucaristica amministrazione della Cresima a giovani-adulti. Chiusura Visita Pastorale
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