Padre Jacques di Saint-Etienne ci interroga

Da Saint-Etienne du Rouvray in alta Normandia giunge un grido, che prima ci lascia attoniti, allibiti e poi ci lacera e ci rende irrequieti: Perché? Ci sembra non trovare risposta! Ma forse domani o fra qualche giorno non ci disturberà più di tanto! Solo il ricordare il fatto ci toglierà la serenità del momento e rimuoveremo prestissimo anche il ricordo.
Meglio non ricordare, meglio non pensare, meglio non cercare risposte! Così come lo struzzo nascondiamo solo la testa sotto la sabbia, per non vedere nulla, e ci sembra di esserci estraniati e allontanati dal male che invece appare come l’unica risposta a quel: Perché?

In famiglia, tra marito e moglie, con i figli, con i vicini di casa o nel nostro quartiere, quante divisioni, quanta mancanza di rispetto del diverso, quanta non accoglienza: forse non ha esiti tragici ma è la stessa radice del male che vediamo agire in questi giorni.
Vorrei allora invitare tutti i fedeli della Diocesi per Domenica prossima – facendo nostre anche le provocazioni delle letture che la liturgia ci porrà dinanzi – a fare dei gesti personali, famigliari, di condominio o di quartiere che ci portino a riflettere quanto nel nostro piccolo siamo capaci di accoglierci e di rispettarci l’un l’altro.
Siano gesti non eclatanti, ma significativi per chi li compie: dal rinunciare ad una pietanza motivandola in famiglia con una riflessione sui comportamenti tenuti tra le proprie mura domestiche, al rinunciare ad un’ora di mare e vivendo quel tempo con un momento di riflessione e preghiera personale, chiedendo per noi stessi al Signore la capacità e la forza di perdonare quanti ci hanno offeso. La fantasia individuale e la situazione locale del condominio o del quartiere potrà suggerire anche altre forme che ci trovino uniti nel porre atti concreti di accoglienza e rispetto dell’altro, chiunque esso sia!
Anche un segno esterno, da un lenzuolo bianco alla finestra o una lampada accesa al davanzale, qualcosa che mostri anche esteriormente l’impegno di quel condominio o di quel quartiere o di quella comunità: l’impegno a voler camminare insieme verso l’unità, il rispetto e l’accoglienza.

Invito le comunità parrocchiali a offrire la Messa “pro populo” con questa intenzione, e in ogni celebrazione eucaristica a esprimere una intenzione particolare alla preghiera dei fedeli, per chiedere il dono del perdono e la grazia della comunione.

Il Signore ci benedica e ci preservi dagli odi e dei rancori e ci custodisca nella Sua Santa volontà.

Nuoro, 27 luglio 2016

Mosè, vescovo

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