Sinodo dei Vescovi

Il cammino è tracciato, non si ricominci da zero. È chiarissimo l’invito che giunge alle conferenze episcopali, alle diocesi, alle parrocchie e alle aggregazioni laicali dal documento che verrà utilizzato come base per la riflessione in vista del Sinodo ordinario che avrà come tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, in programma dal 4 al 25 ottobre 2015. Insieme alla Relazione finale (Relatio Synodi) approvata alla conclusione del Sinodo straordinario dello scorso ottobre sono proposte 46 domande con lo scopo di facilitarne la recezione e l’approfondimento. Siamo quindi di fronte alla nuova tappa di un percorso già intrapreso: «Le domande – si legge nel documento – intendono facilitare il dovuto realismo nella riflessione dei singoli episcopati, evitando che le loro risposte possano essere fornite secondo schemi e prospettive proprie di una pastorale meramente applicativa della dottrina, che non rispetterebbe le conclusioni dell’Assemblea sinodale straordinaria, e allontanerebbe la loro riflessione dal cammino ormai tracciato».
Le domande seguono lo schema della Relazione finale del Sinodo straordinario, i temi sul tappeto sono molteplici e richiedono anzitutto un sforzo di comprensione del contesto socio culturale nel quale si inserisce la famiglia e quali risposte esiga dal punto di vista pastorale. Centrale è poi il concetto di misericordia verso le famiglie ferite e fragili come pure l’attenzione verso le persone con tendenza omosessuale, ancora la cura verso i conviventi o le persone sposate solo civilmente.
Ci sono tutti gli aspetti su cui si è focalizzata l’attenzione dei media e sui quali più forte è stato il dibattito fra i padri sinodali: «Spesso la visione dei media era un po’ nello stile delle cronache sportive, o politiche : si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e progressisti, eccetera» – ha detto Francesco all’Udienza del 10 dicembre scorso. In realtà, «quando si cerca la volontà di Dio – ha spiegato – ci sono diversi punti di vista e c’è la discussione e quello non è una cosa brutta! Sempre che si faccia con umiltà e con animo di servizio all’assemblea dei fratelli. Ma, sarebbe stata una cosa cattiva, eh!, la censura previa. No, ognuno doveva dire quello che pensava». Mai nessun intervento però – ha precisato il Papa – «ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio, cioè: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita».
Quella discussione franca ha portato ha un documento che non lascia spazio all’indifferenza e che richiama ciascuno alle proprie responsabilità, da lì occorre ripartire.

f. c.

 

I contributi curati dall’Ufficio diocesano di Pastorale familiare apparsi su L’Ortobene

 

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