Verso Pentecoste/1 Il Cammino Neocatecumenale

Il primo appuntamento nel viaggio di avvicinamento alla Solennità di Pentecoste è con il Cammino Neocatecumenale. Ci aiuta a conoscere meglio questo movimento ecclesiale diffuso anche nelle nostre parrocchie Giovanni Cidu che ne è catechista e referente per le comunità diocesane.

Il Cammino Neocatecumenale

 

Cammino

Nato agli inizi degli anni ’60 tra i poveri delle baracche di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid, dall’incontro tra il pittore Francisco Argüello e Carmen Hernández, il Cammino neocatecumenale ha mosso i primi passi tra la Spagna e l’Italia. Oggi è una realtà diffusa, secondo i dati forniti dal sito ufficiale, in 900 diocesi di 105 Nazioni con oltre 20 mila comunità in 6.000 parrocchie. Dal Cammino è nata l’esperienza delle famiglie in missione e successivamente l’istituzione di Seminari diocesani “Redemptoris Mater” che formano sacerdoti disponibili a essere inviati in missione dai loro Vescovi.

Che cos’è il Cammino Neocatecumenale?
Gli Statuti, con approvazione definitiva dell’11.05.2008 da parte del Pontificio Consiglio dei Laici, definiscono il Cammino Neocatecumenale “un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e i tempi odierni. È al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e della educazione permanente della fede”. Il Cammino si rivolge: a coloro che si sono allontanati dalla Chiesa; a coloro che non sono stati sufficientemente evangelizzati e catechizzati; a quanti desiderano approfondire e maturar la loro fede; a chi proviene da confessioni cristiane non in piena comunione con la Chiesa Cattolica.
Com’è strutturato il movimento?
Il Neocatecumenato, in quanto itinerario di riscoperta dell’iniziazione cristiana, è attuato di norma nella parrocchia, ambito dove si nasce e si cresce nella fede. Il Neocatecumenato è realizzato, in comunione con il Parroco, da un’equipe di catechisti sotto la direzione del Vescovo e con l’assistenza e guida dell’equipe responsabile internazionale del Cammino, o dell’equipe responsabile delegata.
Che ruolo hanno i laici nel Cammino? E i sacerdoti? Il proprio catechista è più importante del sacerdote o del Vescovo?
Tutto il Cammino, dal ruolo dei laici rivalutato dal Concilio Vaticano II, il ministero specifico e insostituibile del presbitero, i testi guida a partire dalle catechesi iniziali fino alla tappa del Rinnovo delle Promesse Battesimali, tutte le liturgie, il modo di condurre gli scrutini ecc, sono stati attentamente studiati, ove occorreva modificati, da 5 Dicasteri ciascuno per la propria competenza. Detti Dicasteri sono: La Congregazione per la Dottrina della Fede, la Congregazione per il Culto Divino ed i Sacramenti, La Congregazione per il Clero e la Catechesi, La Congregazione per l’Educazione Cattolica e infine il Pontificio Consiglio per i Laici che ha infine approvato in via definitiva.
Quali sono le fasi e le tappe del Cammino?
La prima fase è il precatecumenato che è un tempo di conversione per imparare a camminare nell’umiltà, comprende le catechesi iniziali; il 1° scrutinio e la tappa dello Shema’ e del 2° scrutinio.
La seconda fase è un tempo di combattimento spirituale per acquistare la semplicità interiore dell’uomo nuovo, comprende l’iniziazione alla preghiera, la traditio e la redditio del Credo, una seconda iniziazione alla preghiera del Padre Nostro.
La terza e ultima fase e quella della elezione per imparare a vivere la propria vita come una liturgia di santità e di lode. Questa tappa si chiude con la solenne rinnovazione delle Promesse Battesimali nella Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo.
È vero che chi partecipa alle catechesi iniziali non sa che sono tenute da catechisti del Cammino? Le catechesi sono secretate?
Le catechesi iniziali sono precedute da annunci fatti in tutte le messe della domenica precedente proprio dall’equipe che le porterà avanti. L e catechesi vengono fatte da una equipe composta da un presbitero e da laici.
Le catechesi non sono assolutamente secretate, perché essendo state approvate, come detto sopra, sono un Direttorio per la Catechesi patrimonio della Chiesa, neanche gli iniziatori del Cammino possono più modificarle se non previamente autorizzati.
Cosa sono gli scrutini? Non rappresentano una forma di condizionamento psicologico nei confronti di una persona in quel momento oggettivamente in difficoltà perché sottoposta pubblicamente a giudizio anche su fatti estremamente personali?
Gli scrutini sono uno strumento che ha lo scopo di aiutare i neocatecumeni a scoprire l’amore di Dio in tutta la loro vita. Ispirati all’itinerario catecumenale dell’OICA (Rito dell’Iniziazione Cristiana per Adulti), sono un aiuto nel cammino di conversione, nel rispetto assoluto della libertà, della coscienza e del foro interno.
Che cos’è il tripode? E la convivenza?
L’itinerario neocatecumenle si basa su tre elementi fondamentali, “il tripode”, della vita cristiana, messi in rilievo dal Concilio Vaticano II: la celebrazione della Parola, la Liturgia e la Comunità.
La Convivenza è una giornata mensile che vive ogni comunità. Dopo la celebrazione delle lodi, ogni fratello, nel rispetto della libertà delle coscienze, comunica l’esperienza di ciò che la grazia di Dio sta compiendo nella sua vita. Questo favorisce la conoscenza e l’illuminazione reciproca e il mutuo incoraggiamento nel vedere l’operare di Dio nella storia di ciascuno.
Come si svolgono le celebrazioni settimanali comunitarie? E quelle familiari?
La celebrazione settimanale è una celebrazione della Parola, Vecchio e Nuovo Testamento, preparata a turno dai fratelli, chi vuole può brevemente dare la sua esperienza davanti alla Parola celebrata. Segue l’omelia del presbitero che interpreta la Parola secondo il Magistero e l’attualizza nell’oggi del Cammino di fede dei neocatecumeni.
Cosa significa “dare l’esperienza”? I neocatecumeni sono invitati a dare confessioni pubbliche?
Significa condividere liberamente con i fratelli ciò che Dio ha operato nella propria vita, è dare gloria a Dio che sempre opera attraverso lo Spirito Santo nella vita concreta delle persone. Non esistono confessioni pubbliche, anzi il Sacramento della Penitenza viene riscoperto e rivalutato con catechesi per poter cogliere sempre più tutta la sua ricchezza e bellezza, il perdono dei peccati lo può dare solo il presbitero per il ministero che gli è stato conferito.
Come avviene la rinuncia i beni materiali? Che cos’è la decima?
Nella misura in cui i neocatecumeni crescono nella fede, cominciano a manifestarsi i segni della comunione, il perdono, l’amore al nemico. Questa comunione si visibilizza anche nel soccorso ai bisognosi, malati, sofferenti. I neocatecumeni vengono gradualmente formati a un sempre più profondo spirito di comunione e di aiuto reciproco.
Che cos’è la danza? Perché sulla mensa eucaristica è presente la menorah ebraica?
La danza, che trova la sua radice nella spiritualità ebraica, sempre più presente dopo il Concilio, è esprimere, anche con il corpo, un rendimento di grazie e di lode a Dio che si è reso presente e operante nella vita delle persone.
La menorah ebraica non ha nessun valore liturgico, è solo un elemento decorativo e non obbligatorio.
Che ruolo può avere il Cammino per la nuova evangelizzazione?
Il carisma del Cammino Neocatecumenale, come dice papa Francesco, è andare a cercare la pecora perduta, andare ai lontani, nelle periferie, a cercare quell’uomo, amato profondamente da Dio, che la pastorale tradizionale della parrocchia non riesce a raggiungere.
Nel recente incontro del primo febbraio con gli iniziatori del Cammino e le famiglie in missione Papa Francesco ha voluto richiamarli su tre aspetti: il rispetto delle culture locali; il rispetto delle scelte personali: «La libertà di ciascuno – ha detto il Papa – non deve essere forzata e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana»; soprattutto ha affermato come «a volte può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale dovete sempre sentirvi parte».  Alla luce di queste considerazioni, che secondo i vostri detrattori non hanno avuto alcun effetto pratico e che hanno portato a una lettera scritta da Kiko Argüello al Papa con richiesta di spiegazioni, come vive il Cammino la comunione all’interno della comunità parrocchiale, specie per quanto riguarda la celebrazione eucaristica? E più in generale non rischia – come altri movimenti – di rappresentare un itinerario parallelo a quello della comunità in cui è inserito?
(L’interlocutore ha inteso rispondere a questa domanda insieme alle successive ndr)
Il Cammino come vive la comunione con la comunità diocesana? E con gli altri movimenti? Nel solco delle Linee pastorali diocesane come può il cammino favorire la comunione ecclesiale?
Considerando che il Cammino Neocatecumenale è un carisma che si rivolge ai lontani, a coloro che hanno lasciato la Chiesa e che spesso giudicano e rifiutano, o che mai ne hanno fatto parte, è necessario un tempo di conversione, di ascolto della Parola, perché lo Spirito Santo compia la sua opera di conversione. L’uomo ha bisogno di sentirsi amato da Dio nella sua vita concreta, sostenuto dai fratelli della Comunità, solo quando fa questa esperienza nascerà in lui l’amore alla chiesa concreta locale che lo aiuta nella via della conversione, che gli fa sperimentare che Dio lo ama gratuitamente così come è, che è una madre che lo accoglie e non giudica, che si prende cura di lui. In chi fa questa esperienza nasce spontaneo l’amore e la gratitudine per la parrocchia in cui è gestato alla fede e la sua diocesi, il desiderio e la volontà per dare gratis quello che gratis ha ricevuto. Sentirà spontanea la comunione e il rendimento di grazie a Dio per tutte le vie che lo Spirito Santo ha suscitato in questo tempo per portare l’uomo alla salvezza. Chi viene raggiunto da Cristo e viene da lui messo nella via della conversione riceve anche il dono dello Spirito Santo e lo zelo perché si realizzino le parole di Gesù “ amatevi come io vi amo, da questo amore sapranno che siete miei discepoli”.

(f.c.)

(1. Continua)

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