Orosei e Sos Alinos (4-15 dicembre 2016)

Camminando nei vicoli della Storia, respirando il futuro

di Matteo Marteddu

È l’inverno mite di Orosei. Restituisce tempi e ritmi di una volta. Il paese si raccoglie , ritrova se stesso, stretto tra le case. Come quando tra vicini si scambiavano “sa matriche”, base prima per il pane dei contadini. Lontana l’eco dei 30/40 mila, nella stagione calda, statistiche incerte nelle seconde case. Quelli che cambiano pelle al paese nei mesi estivi, rendendolo città. Visita pastorale dal 4 al 14 dicembre a Orosei e nella nuova parrocchia di Sos Alinos.
A guardarlo, il paese, dalla collina di Gollai, trama stretta di vicoli e case. Centro storico rinnovato, addossato a San Giacomo maggiore. Sta lì dal XIV secolo, quando magari la chiesa era più sobria. Maestosità raggiunta a fine settecento, voluta dal rettore Ignazio Masala. Gradinata e facciata barocca, «posizionata con un audace espediente scenografico, sul lato destro dell’edificio, a mò di quinta per la prospiciente piazza del Popolo». Ricca di tesori d’arte sotto le cupole, riferimento per la radicata e profonda religiosità di queste genti. Nei vicoli lastricati di basalto scuro, cammini nella storia. Poi improvvisamente tutto cambiò. «Metà anni Ottanta, tornai da Firenze, laurea di architettura in tasca – dice Cosimino Loddo, architetto e docente. Nuovi quartieri, urbanesimo espansivo, Gollai, Orthilippa, economia capovolta, mare e turismo. E la cultura agricola, da theraccos a imprenditori. L’ultimo “Instagram”, dai finestrini del pullman che mi portava al porto di Olbia, un gregge di pecore dentro il paese. È rimasta solo l’immagine sfocata». Come quella di D.H. Lawrence, primi del ‘900, nel viaggio verso Terranova: «Entriamo a Orosei, cittadina dilapidata, percossa dal sole, dimenticata da Dio, non lontana dal mare. E nella piazza , una grande, assurda facciata di chiesa.. Doveva essere stato una specie di convento..lo spazio ha uno strano aspetto spagnolo, trascurato, arido, eppure ha una sua dignità dilapidata e una sua insensibilità che portano indietro al medioevo, quando la vita era violenta e Orosei era un posto e un porto importante. Probabilmente aveva anche un vescovo».
Paese piegato dall’intreccio tra lavoro, fatica, povertà. Quella fama di essere costantemente aggredito da Su thilipirche in contrasto con il profondo senso dell’anima, dello spirito, tradotti in architetture di tante chiese. Annodano i fili della vita comunitaria, la Chiesa del Rimedio che ispirò Canne al vento, la Chiesa delle anime dove rintocca la campana della buona morte. E le torri a protezione di Sant’Antonio, luogo di devozione condivisa, le croci sui portali, difesa o semplice espressione di fede. Cammini tra atmosfere di silenzi. Tra palazzi decadenti, simbolo di grandezze baronali. E comunque di ripresa, dopo l’acquisto di quelle contrade, da parte di don Salvatore Guiso, nativo di Orosei e signore “della Baronia de Galtelly y Encontrada de Orosei”. I signori vivevano di rendite fondiarie, di traffici commerciali favoriti dalla presenza del porto fluviale. Perché il mare era lì, portava paura. Da lì arrivò l’armata turca nel 1549, a capo un certo Gurgut. Il paese fu invaso e messo a ferro e fuoco. E di nuovo la forza di ricostruire. Attorno alle chiese, Oratorio di santa Croce, Le Grazie, Il Rosario, La Pietà. E l’area de Sos Palattos Vezzos, per non lasciarsi sopraffare. Presero coraggio quando, ancora agli inizi dell’800, mille saraceni sbarcarono sulla spiaggia di Osala. Fu Tomaso Mojolu a dare l’allarme e a guidare la resistenza. Ebbero ragione dei turchi, respinti o finiti nelle paludi e conquistandosi la “simpatia”, evidentemente a costo zero, del Re Vittorio Emanuele.
Non bastava essere eroi se il Casalis, ai primi del Novecento richiamava altri nemici per Orosei: «Dannoso sopra ogni altro è il maestrale, incanalato dal Gollei, precipita impetuosamente sopra il paese. Le fonti sono poche e scarse, e il popolo de(v)e bere dal fiume o dai pozzi, i benestanti dalle cisterne.. mortalità maggiore nella stagione calda e le vittime più numerose sono nella prima età, per incuria delle madri. Sono gli uomini di Orosei animosi e facili ad infiammarsi d’ira. Le donne sono di altrettanta vivacità, avvenenti, seduttrici, e spesso con grave onta loro e delle loro famiglie, sedotte». Meticoloso il Casalis, forse non tanto da intravvedere, nella vivacità, i germi della rinascita e del nuovo sviluppo. Il mare è diventato impresa. Quattordici chilometri di spiagge e Orosei è la capitale dello sviluppo turistico costiero. Da Osala, Su Barone, Sa Marina, Linnas Siccas, Sa Curcurica, Bidderosa. Persino Cala Liberotto, muraglia di case sul mare.
Da lì è partito il sogno del cambiamento. Uomini e donne col coraggio della sfida, in questi decenni. Sapeva tzia Michela Mastio, quando, ragazza, andava a lavare i panni nel grande fiume, che alle donne si lasciavano in eredità le tanche sul mare. Erano aride e infruttuose, non producevano , come invece le colline che andavano ai maschi. Lei ha preso il mare e lo ha addomesticato. Una delle straordinarie imprese, insieme alla famiglia Loi e a tanti altri nella trincea dello sviluppo, che porta l’asticella sempre più sù. L’estate oroseina azzera l’indice disoccupazione. E il rapporto con l’Europa è forte. «Dipendiamo dall’altalena dei trasporti, dice l’architetto Loddo. Alghero, Ryanair, batte, qui si avverte subito il colpo». Un turismo con diverse facce. La massa, certo. Ma quello d’elìte, designers, professionisti, artisti, amore a prima vista per casette o ruderi del centro storici. Qui vengono per tanti mesi l’anno. La magia surclassa le angoscianti nebbie del nord Europa.
Fatturato, signori. Come quello delle cave, ai piedi del Tuttavista. Sventrato paurosamente. Ma tanto lavoro e tanto reddito. In una sua spettacolare, drammatica armonia, se a vedere gli omini che graffiano, come formiche, le pareti di calcare, portano i bambini delle scuole. Monsignor Marcia incontrerà un mondo strutturato di diffuso associazionismo, animano la devozione e Sostengono la tradizione. E sono, da secoli, pilastro possente Sas Corfarias de Orosei. «In questa villa – riferisce il rettore Giovanni Leonardo Marteddu – nel 1778, ci sono tre confraternite: Santa Croce, la Vergine del Rosario, le Benedette anime del Purgatorio» (Michele Carta, Corfarias). Su di esse si fondano gli Oratori, punti di incontro e autentiche “fabbriche” di pie e buone pratiche. Il tutto ancora raccolto in un grumo di case, in un intrico di vicoli , aggrappati al passato, e che hanno orizzonti nel domani. Come quelli che abbracciano il golfo. Nelle giornate di maestrale, nel cielo blu, in lontananza, a Nord Capo Comino, a sud Capo di Monte Santo. A proteggere “ la Villa”, dove la Storia incrocia il futuro.

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Il programma
  • 4 dicembre
    Ore 10.30: Arrivo del Vescovo e accoglienza in Piazza San Giacomo
    Ore 11.00: Celebrazione Santa Messa in parrocchia
    Ore 15.30: Visita al Cimitero
    Ore 18.00: Santa Messa – San Giacomo
    Ore 19.30: Incontro con i Sacerdoti
  • 5 dicembre
    Ore 7.20: Lodi e Santa Messa – San Giacomo
    Ore 9.00-12.00: Visita Anziani e Malati
    Ore 15.30: Incontro con le Forze dell’Ordine
    Ore 17.00: Incontro Amministrazione Comunale e Dipendenti
    Ore 18.00: Santa Messa – San Giacomo
    Ore 19.00: Incontro con Vincenziane, Rosario Perpetuo, ADI, Rinnovamento, Santa Famiglia, Ministri Straordinari
  • 6 dicembre
    Ore 7.20: Lodi e Santa Messa
    Ore 9.30: Visita Scuola Primaria
    Ore 10.30: Visita Scuole Medie
    Ore 11.30: Visita Scuole Superiori
    Ore 15.30: Visita Anziani e Malati
    Ore 18.00: Santa Messa – San Giacomo
    Ore 19.00: Incontro con Priorati di Orosei e Sos Alinos – San Giacomo
    Ore 20.00: Incontro con CAT – San Giacomo
  • 7 dicembre
    Ore 7.20: Lodi e Santa Messa
    Ore 9.00: Visita Anziani e Malati
    Ore 11.30: Vescovo in ascolto delle persone Ore 15.00-18.00: Esposizione SS. Sacramento e Confessioni
    Ore 18.00: Celebrazione Santa Messa
    Ore 19.00: Incontro Confraternite e Mandatarie
  • 8 dicembre
    IMMACOLATA CONCEZIONE
  • 9 dicembre
    Ore 7.20: Lodi e Santa Messa
    Ore 9.00-12.00: Incontro con i Lavoratori delle Cave di marmo
    Ore 15.30-17.00: Visita Anziani e Malati – Orosei Ore 18.00: Santa Messa – Sant’Antonio
    Ore 19.00: Incontro con il mondo del lavoro – Zona industriale Loc. “Sas Mancas” (Capannone Felice Chessa)
  • 10 dicembre
    Ore 7.20: Lodi e Santa Messa
    Ore 9.00-12.00: Visita Anziani e Malati – Orosei
    Ore 15.00: Incontro con i bambini del Catechismo – Parrocchia San Giacomo
    Ore 16.00: “Arte e Fede” – Incontro con gli Artisti locali
    Ore 17.00: Incontro Consiglio Pastorale e Consiglio Affari Economici
    Ore 18.00: Santa Messa – Sant’Antonio
    Ore 19.00: Agape fraterna
  • 11 dicembre
    Ore 7.30: Santa Messa – San Giacomo
    Ore 9.00: Santa Messa – San Antonio
    Ore 18.00: Santa Messa – Sant’Antonio
    Ore 19.00: Volontariato Civile, Cori e Gruppi – Orosei (Sala Consiliare)
  • 12 dicembre
    Ore 7.20: Lodi e Santa Messa
    Ore 9.00-11.00: Visita Scuole Materne e Asilo Nido – Orosei
    Ore 11.30: Il Vescovo in ascolto
    Ore 15.30-17.00: Visita Malati e Anziani – Sos Alinos
    Ore 17.30: Santa Messa Sos Alinos
    Ore 18.00: Santa Messa – Sant’Antonio
    Ore 19.00: Volontariato Civile, Cori e Gruppi – Orosei (Sala Consiliare)
  • 13 dicembre
    Ore 8.00: Sos Alinos
    Ore 9.00-12.00: Vista Malati e Anziani – Sos Alinos
    Ore 16.30: Incontro con le Catechiste
    Ore 18.00: Santa Messa – Sant’Antonio
    Ore 19.00: Incontro con giovani e mondo dello sport – Sala Consiliare
  • 14 dicembre
    Ore 7.20: Lodi e Santa Messa
    Ore 9.30: Visita Centro Aias
    Ore 10.30: Visita Malati e Anziani – Orosei
    Ore 15.30-17.30: Visita Malati e Anziani – Orosei
    Ore 18.00: Santa Messa – San Giacomo
    Ore 19.00: Incontro con le famiglie – Parrocchia San Giacomo
  • 15 dicembre
    Ore 16. 30: Santa Messa – Nostra Signora del Rimedio – Saluto del Vescovo e conclusione della Visita Pastorale della Forania – Momento Conviviale
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