L’arte di accogliere e accompagnare

Sono innumerevoli le analisi che si sono fatte sul matrimonio e la famiglia, sulle loro difficoltà e sfide attuali». (Amoris Laetitia 31). Il Rapporto Cisf 2020 evidenzia la società post-familiare, «in cui le famiglie si frammentano, scomponendosi e ricomponendosi… un vero e proprio surriscaldamento delle relazioni familiari che rischia di portare a una evaporazione della famiglia. Le famiglie stesse, del resto, di fronte alle difficoltà, si sono ritirate nel privato e hanno perduto il senso della trasmissione generazionale, mentre la società le ha abbandonate a loro stesse, in preda al mercato e alle mode che l’accompagnano. L’alternativa sta nel promuovere una famiglia relazionale, nella quale le relazioni fra uomini e donne, così come fra generazioni, sono caratterizzate da fiducia, cooperazione e reciprocità come progetto riflessivo di vita. Del resto proprio la pandemia ha confermato che la famiglia è ancora un soggetto economico e sociale cruciale per l’intera società, facendoci toccare con mano che le relazioni – in famiglia come altrove – contano più del denaro». Gli attuali ritmi lavorativi, la pressione della crisi economica, la fatica nell’accompagnamento educativo dei figli, dovuti anche al Covid, il poco sostegno a chi è nella malattia o anziano, stanno mettendo a dura prova molte famiglie.
«Fedeli all’insegnamento di Cristo guardiamo alla realtà della famiglia oggi in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre» (Al 32). «La famiglia non è un problema ma una risorsa e come tale va aiutata e valorizzata da tutta la comunità cristiana con la consapevolezza che il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa» (Al 31). L’Ufficio regionale e gli uffici diocesani per la Pastorale della Famiglia più volte hanno sottolineato l’urgenza di suscitare una nuova modalità di accompagnamento, un aiuto da famiglia a famiglia. «Affidare a coppie più adulte il compito di seguire coppie più recenti del proprio vicinato, per incontrarle, seguirle nei loro inizi e proporre loro un percorso di crescita» (Al 230). Ma chi accompagnare oggi, come accompagnare, dove accompagnare? L’accompagnamento non è rivolto solo alle coppie che chiedono il sacramento del matrimonio ma coinvolge la famiglia a 360°, dal nascere al morire: accompagnare le coppie prima e dopo il matrimonio, i genitori nel cammino di fede dei figli, i giovani, la famiglia che ha perso il lavoro, che deve misurarsi con i nuovi strumenti digitali, la famiglia che affronta la malattia, che deve gestire disabili, anziani, un tradimento, un abbandono. Nella variegata situazione delle nostre famiglie non c’è una strada uguale per tutti. Bisogna prestare attenzione alla storia personale, alla storia di ogni coppia. Ogni caso va valutato per quello che è, nel rispetto del percorso di fede di ciascuno. Sono allora i tre verbi indicati da Papa Francesco, al capitolo VIII di Amoris Laetitia, ad indicare la via da percorrere: accompagnare, discernere e integrare.
Per diversi anni abbiamo accompagnato le famiglie che chiedevano il battesimo per i propri figli. Le abbiamo accolte e siamo stati sempre accolti. Ricordiamo un papà che, commosso, ci disse che se avesse capito prima la bellezza del sacramento non avrebbe atteso tanto a battezzare il figlio che aveva già tre anni e se gli fossero stati spiegati così anche gli altri sacramenti, primo fra tutti quello del matrimonio, avrebbe orientato diversamente la vita di coppia e di famiglia. Questa esperienza, durante la quale abbiamo incontrato tante famiglie nelle più disparate situazioni, ci ha insegnato a farci compagni di viaggio. Abbiamo imparato che bisogna accogliere senza giudizio, guardando il cuore di ognuno, saper ascoltare e fare silenzio, interessarsi alla situazione che si ha davanti e magari farsene carico. Una volta abbiamo tenuto l’incontro seduti sul letto matrimoniale di una giovane coppia che viveva in un appartamento di 30 metri quadri. Lo spazio era così ridotto che non ci si poteva muovere e non potevamo non aiutarli a trovare una casa più spaziosa.
Abbiamo anche aperto la nostra casa a una coppia che subito dopo la nascita del bambino si è separata e volevano incontrarsi in terreno neutro. Accompagnarli ha significato aiutarli a rileggere la loro storia, a fare verità, a guarire la memoria e iniziare un percorso di perdono. Non siamo famiglie perfette ma siamo chiamate a “famigliare la chiesa” e se qualcuno può accompagnare qualcun altro è solo a partire dalle proprie ferite e guarigioni. C’è bisogno allora di un nuovo annuncio gioioso sulla famiglia e, nello stesso tempo, di cucire una rete sociale solida, riscoprendo che insieme si possono superare anche crisi profonde e momenti difficili.

Maria Antonietta e Sandro Pintore

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