Sinodo, la prima settimana di lavori

Il Sinodo porta nuovo dinamismo nella Chiesa

Papa Francesco, insieme alle famiglie , “fabbriche di speranza”, in preghiera in Piazza San Pietro, nelle parrocchie e nelle case del mondo per illuminare il sinodo, ha dato inizio alla XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, per riflettere su “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” che si svolge dal 4 al 25 ottobre.
«Il Sinodo – ha spiegato il Papa – è la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio. Sinodo vuol dire essere sulla stessa strada, perché la via è Gesù Cristo».
I padri sinodali hanno accolto l’invito del Papa a saper ascoltare con umiltà, a parlare chiaro e a parlare della famiglia non in termini astratti o idealizzati, ma imparare a leggere i segni dei tempi, per favorire l’incontro e la prossimità con i contemporanei. Infatti, per redigere il documento finale, sono alla ricerca di un linguaggio più semplice e diretto che metta bene in luce non solo le sfide e i problemi che deve affrontare la famiglia in tutto il mondo, ma anche e soprattutto la bellezza e la speranza che seminano quotidianamente le famiglie che vivono alla luce del Vangelo.
I padri sinodali lavoreranno su un capitolo del documento preparatorio, l’Instrumentum laboris, ognuna delle tre settimane dell’assemblea, spaziando tra la vocazione, le sfide e la missione della famiglia. Nella prima settimana di lavoro hanno affrontato la prima parte dell’Instrumentum laboris, dedicata a «l’ascolto delle sfide della famiglia» dove è descritto il panorama socio-religioso complessivo, la mentalità del mondo, il secolarismo, le difficoltà che la famiglia deve affrontare.
Il Papa ha voluto che i 270 Padri sinodali più le 18 coppie di sposi presenti, lavorino in «circuli minores», cioè in gruppi di lavoro divisi per aree linguistiche. In ogni gruppo ci sono vescovi di tutto il mondo che si scambiano le loro esperienze.
Tre gruppi sono in lingua italiana. I Padri del Circolo Italicus A hanno ribadito «l’esigenza di utilizzare formule che lascino fuori dubbio sin dall’inizio che l’unico modello di famiglia che corrisponde alla dottrina della Chiesa è quello fondato sul matrimonio tra uomo e donna». Si è parlato anche di “ideologia gender” e il circolo Italicus C spiega che è necessario mettere «più chiaramente in luce il carattere ideologico» di gender «offrendo alle famiglie un aiuto per riprendersi il loro originario diritto all’educazione dei figli nel dialogo responsabile con gli altri soggetti educativi». Tra gli emendamenti presentati vi è quello sulle nuove forme di povertà che segnala «fenomeni di sfruttamento della prostituzione, selezione delle bambine prima della nascita, lavoro minorile e diffusione delle diverse forme di dipendenza». A questo emendamento si collega anche la relatio dei padri del Circolo Italicus B che chiedono che si denunci con forza lo sfruttamento del corpo della donna (prostituzione, utero in affitto, violenza fino al femminicidio e lo stupro come arma di guerra). Si sottolinea anche l’importanza di «ricordare che la pari dignità fra uomo e donna ha radici evangeliche». Sul tema del fine vita il Circolo Italicus B spiega come sia necessario «esprimere un incoraggiamento a sostenere quelle realtà ecclesiali che si adoperano per stare accanto alle famiglie provate, affinché possano vivere tale momento di dolore alla luce della speranza cristiana». Sul fronte migrazioni, inoltre, viene chiesto di ribadire come «il rispetto delle diverse culture e delle diverse fedi, da parte di chi emigra e di chi accoglie, costituisce una delle condizioni indispensabili per una integrazione che porti ad una pacifica convivenza. È pure importante sottolineare non solo i diritti dei migranti, ma anche i loro doveri». Infine un pensiero a quei coniugi che non possono generare figli. Va espressa «particolare cura pastorale di consolazione e di sostegno reindirizzando anche alla realizzazione di una generatività che non coincide necessariamente con la fecondità biologica, come per esempio l’adozione e l’affidamento».
Dai briefing giornalieri è emerso un lavoro bello e fecondo, un confronto franco, aperto, leale, sempre con uno stile ecclesiale.
Padre Lombardi (direttore della Sala Stampa vaticana), sintetizzando il lavoro dei 13 circoli, ha sottolineato che si è parlato della vocazione al matrimonio, «vocazione che non va vista come inferiore rispetto a quella del sacerdozio»; della missionari età della famiglia senza la quale non può esserci vera pastorale familiare; della indissolubilità del matrimonio che è dono e non giogo. Molto sviluppato anche il tema della misericordia e dell’accoglienza: «la misericordia che si manifesta nella vicinanza e nella tenerezza, in rapporto alle diverse situazioni, anche a quelle difficili, in cui si trovano, a volte, le famiglie o le coppie… Misericordia e verità, misericordia e giustizia e non opporre la misericordia e la verità. L’accoglienza che la Chiesa deve sempre avere nei confronti di tutti, di tutte le famiglie, anche quelle che possono essere in difficoltà. Proclamare il Vangelo e abbracciare le persone. Ecco quindi questa sintesi tra evangelizzazione e accoglienza, che deve essere di riferimento per la pastorale».
Tanti sono gli stimoli offerti in questa prima settimana per la pastorale familiare che si deve attuare nelle nostre parrocchie per accompagnare le famiglie in qualunque situazione si trovino perché, ha detto Papa Francesco all’udienza di mercoledì 7 ottobre, «la famiglia che cammina nella via del Signore è fondamentale nella testimonianza dell’amore di Dio e merita perciò tutta la dedizione di cui la Chiesa è capace».

Sandro e Maria Antonietta Pintore

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