Nostra Signora di Gonare

Il santuario più alto e suggestivo dell’isola, testimone fondamentale della storia della Sardegna centrale

“In settembre salirono sul Monte Gonare. Il tempo era di nuovo brutto, sconvolto da violenti temporali: rivoli d’acqua torbida solcavano le chine, sotto i boschi contorti dal vento, e tutto il monte sussultava per il
rombo dei tuoni. Ma i fedeli accorrevano egualmente; salivano da tutti i sentieri tortuosi, da tutte le strade serpeggianti, affluendo alla chiesetta come il sangue che dalle vene va su al cuore.
Da una nicchia di pietre ove s’era rifugiato coi compagni Efix vedeva le figure passare fra la nebbia come sopra le nuvole, e la storia del Diluvio Universale che il cieco giovane raccontava gli sembrava la loro
storia. Ecco, alcuni patriarchi s’erano salvati e si rifugiavano sul Monte: venivano su con le loro donne e i loro figli, ed erano tristi e lieti in pari tempo perché avevano tutto perduto e tutto salvato.”

Grazia Deledda, Canne al vento, ed. Ilisso, 2005, p.224

Come arrivare

In auto

Da Nuoro e Olbia è possibile arrivare sulla Strada Statale 389var di Buddusò e del Correboi e prendere l’uscita Orani / Sarule e proseguire fino al bivio di Monte Gonare, quindi girare a sinistra. Arrivati a un
bivio ci sono due strade una che scende giù e l’altra che sale su, prendere quella che sale su per arrivare a destinazione.

Da Cagliari e Sassari è possibile seguire la E25/SS131 e prendere l’uscita direzione Nuoro / Olbia su Strada Statale 131 D.C.N.. Proseguire per circa 25 km fino all’uscita di Ottana. Prendere SP17
in direzione di Sarule e Monte Gonare.

La chiesa di Nostra Signora di Gonare, situata a 1.100 metri di altitudine sul monte omonimo, è la più alta della Sardegna e uno dei santuari mariani più suggestivi dell’isola.
Il complesso montuoso, che domina tutta la Sardegna centrale, è costituito da tre cime calcaree (Gonare, Gonareddu e Punta Lotzori), circondate da grigi graniti. Nelle giornate terse, dalla vetta centrale, su cui sorge la chiesa, è possibile scorgere il mare a oriente e a occidente.

Le mura del santuario sono condivise dalla parrocchia di Sant’Andrea di Orani e dalla parrocchia di San Michele Arcangelo di Sarule. Lo stesso vale per la proprietà delle cumbessias, dimore con porticati per i fedeli durante le celebrazioni, costruite, le più antiche, accanto alla chiesa, e altre più a valle.
Il panorama, soprattutto in giornate di poca foschia, spazia dal golfo di Orosei a quello di Oristano.
Storicamente, molte generazioni di fedeli hanno invocato la Vergine Maria e sono salite al monte Gonare. La salita è scavata nella roccia e presenta alcuni punti di devozione: su brazzolu (la culla), dove sarebbe stato deposto il bambin Gesù, s’imbaradorgiu, un masso a forma di sedile con, accanto, una piccola fossa dove la Vergine Maria avrebbe poggiato il gomito.

Le celebrazioni religiose principali sono tre:

il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, quando viene distribuito ai pellegrini un pane votivo;

l’ultima domenica di maggio, ricorrenza dell’incoronazione della statua della Vergine;

l’8 settembre, la ‘festa grande’, celebrata in passato ad anni alterni dai rispettivi parroci di Orani e Sarule, mentre attualmente l’organizzazione è condivisa. La festa è preceduta da un novenario accompagnato dai gosos (canti devozionali) e da una via crucis lungo i fianchi della montagna.


Infine, nei paesi limitrofi è possibile visitare il Museo Nivola a Orani, dedicato al famoso artista, e, a Sarule, la storica chiesa di San Bernardino.

 

Cenni storici

Le origini del santuario di Nostra Signora di Gonare sono avvolte nella leggenda. Si narra che Gonario, Giudice di Torres, al ritorno da una delle sue tante crociate nell’anno del Signore 1147, fu sorpreso da una tempesta al largo delle coste sarde. Credendosi ormai perso, fece un voto alla Madonna di edificare un santuario, sulla cima più alta che da li fosse in grado di vedere. Quella cima era il Monte Dore. Gonario di Torres si salvò dal naufragio e tenne fede alla sua promessa. Da allora il Santuario della Madonna di Gonare domina la Barbagia, e il mare sui due lati (Est e Ovest).

Nell’area circostante il santuario permangono tuttora le vestigia di culti pagani, risalenti a età pre o protostorica, legati all’adorazione e alla divinizzazione delle acque e delle pietre. Ancor oggi sono venerati alcuni massi siti presso il santuario e l’acqua della fonte. Il santuario di Gonare è luogo di culto, meta di frequenti pellegrinaggi, fin dal XVI secolo. Vi è onorata la statua raffigurante la Vergine, riprodotta con le sembianze e il portamento di una matrona romana, con in braccio il Bambin Gesù che tiene nella mano destra una sfera, mentre la sinistra cinge il collo della madre. Si celebra una novena, con un proprio testo di orazioni, litanie e “gosos” in onore della Vergine. La funzione religiosa del giorno della festa l’8 settembre, natività della Vergine, è proceduta dalla via Crucis che si snoda lungo i fianchi della montagna. Nel passato era usuale il pellegrinaggio al santuario delle penitenti a piedi nudi e i capelli sciolti.

Una prima testimonianza storica del culto della Madonna di Gonare risale al 1341, quando il rectore di Gonare fece un versamento di denaro per la manutenzione del santuario. Un’altra notizia è contenuta nella Chorographia Sardiniae (metà XVI secolo). La campana del santuario risale al 1587. Una relazione del vescovo di Alghero (1608) rende conto dello stato di avanzamento dei lavori di costruzione del santuario, che si conclusero nel 1619. Il piccolo santuario fu ampliato sino alle dimensioni attuali. Nel 1912 fu consacrato e, nel 1972, in presenza di 50.000 fedeli, si svolse l’incoronazione solenne della Madonna di Gonare.

Negli anni il monte Gonare è stato celebrato da Grazia Deledda nelle sue opere, da Sebastiano Satta nei suoi componimenti poetici e nei dipinti dagli artisti Antonio Ballero e Mario Delitala. La sua bellezza è stata esaltata da questi artisti, che hanno contribuito a renderlo un luogo di culto e di devozione popolare.

L’edificio, databile al principio del XVII secolo, ospita le feste che vengono celebrate il 25 marzo, l’ultima domenica di maggio e l’8 settembre. Queste feste sono un momento di grande devozione per i fedeli, che si recano al santuario per pregare la Madonna di Gonare.

 

1972 – L’anno della pacificazione

Nel 1971 tutta la diocesi di Nuoro venne mobilitata alla celebrazione di un anno mariano straordinario che ebbe inizio il 1 maggio 1971 e si concluse il 28 maggio 1972 con la solenne incoronazione della Beata Vergine di Gonare come Regina di Barbagia.
La pelegrinatio si svolse con il fermo per ogni parrocchia della Diocesi di tre giorni, con manifestazioni particolari a seconda del paese e della comunità..

Questa manifestazione, e quest’anno di preghiera e raccoglimento, fu indetta dal vescovo vista la grave situazione in cui versava il territorio. Nei passati dieci anni ci furono 130 omicidi compiuti e 160 tentati, 128 rapine e altre 48 tentate, 34 sequestri, 184 estorsioni e più di 1470 furti subiti su 6523 tentati. 

 

La chiesa

L’attuale aspetto del complesso è dovuto ad un rifacimento ed ampliamento del 1618, che ha conferito all’insieme l’apparenza di un fortezza, grazie al suo aspetto massiccio tipico dell’architettura rustica di quel periodo. Dall’esterno il santuario appare come ermeticamente chiuso, ed i suoi paramenti murari che costituiscono un tutt’uno, quasi una continuazione della roccia su cui sono fondati, non lasciano intuire niente all’interno. A quest’opera di mimesi contribuiscono inoltre i corpi esterni delle cumbessias, che addossandosi la chiesa fanno sì che non risulti intuibile in alcun modo la presenza della navata centrale e del presbiterio.

Il monte Gonare, situato nella Sardegna centrale, è un rilievo montuoso che si articola in due cime a forma di cono ad asse verticale con quote rispettivamente di 1083 m (Monte Gonare) e di 1045 m (Monte Gonareddu).

La geologia del monte è caratterizzata, nelle sue parti più elevate, da scisti e calcari cristallini paleozoici, in un’area della Sardegna prevalentemente granitica. I calcari mostrano limitati effetti del carsismo, con la presenza di alcune sorgenti carsiche e di due piccole grotte.

Il massiccio è ricoperto da boschi di castagni, lecci e roverelle, che si estendono a valle fino a 800 m di quota. A queste si associano, in modo discontinuo, lecci, roverelle, ontani e altre specie arboree. La vegetazione arbustiva è costituita da specie come il ginepro, il lentisco, la ginestra, il rosmarino e il mirto. La vegetazione erbacea è ricca e variegata, con la presenza di specie come l’astragalo, l’elicriso, le felci, le orchidee, la peonia e la rosa di montagna.

La fauna del monte Gonare è ricca e variegata, con la presenza di numerose specie di interesse comunitario e endemiche, tra cui la raganella, la pernice sarda e diverse specie di pipistrelli.

Dove mangiare e dove dormire

Attorno al santuario di Monte Gonare è possibile fare esperienza del ricchissimo patrimonio culturale ed enogastronomico del territorio. Per goderne appieno è possibile trovare nei paesi vicini ristoranti di alta qualità e strutture ricettive confortevoli. Per informazioni su dove mangiare e dormire a Orani e Sarule, è possibile consultare il sito web dei Comuni o mettersi in contatto con le Pro Loco locali.

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