Cattedrale di Santa Maria della Neve

Nuoro

 

“Pensava a zia Noemi piú che a Grixenda e aveva voglia di piangere, di tornare laggiú, di sedersi accanto a lei che cuciva nel cortile e posarle la testa sulle ginocchia, sotto la tela. Ma poi anche lui si vergognava del suo sogno, e tornava al finestrino della stanzetta solitaria a guardare la cattedrale di Nuoro: lassú forse era la sua salvezza.

Grazia Deledda, Canne al vento, ed. Ilisso, 2005 – pag 153

Date utili / festività
5 agosto
Giorno di Santa Maria della neve, patrona di Nuoro.

29 agosto
Ogni anno, i fedeli della Cattedrale si recano in pellegrinaggio alla statua del Redentore in cima all’Ortobene. Viene celebrata una messa solenne che conclude la festa locale.

La cattedrale di Santa Maria della Neve è il principale luogo di culto cattolico di Nuoro. È situata su un colle che sovrasta i quartieri storici di Seuna e di San Pietro. La cattedrale è dedicata alla Madonna della Neve, patrona di Nuoro, il cui culto è strettamente legato a quello della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, ritenuta il più antico e principale santuario mariano d'Occidente. Il titolo di Madonna della neve risale al 352, anno in cui, la notte tra il 4 e il 5 agosto, nevicò sul colle Esquilino e, l'allora Papa Liberio decise di costruire la Basilica.

 

Cenni storici

Nel 1779, con la bolla Eam inter Cœteras, papa Pio VI ricostituì l'antica diocesi di Galtellì, che era stata abolita da papa Alessandro VI nel 1496. L'antica sede di Galtelli era però piccola e non fu giudicata idonea come sede di sede vescovile, e la scelta della nuova sede ricadde su Nuoro. Questa era già da secoli sede della pievania, prima presso l'antica chiesa di Sant'Emiliano, e poi presso la chiesa di Santa Maria ad Nives, risalente almeno alla prima metà del Cinquecento. Nel ristabilire la diocesi, Pio VI scelse quella chiesa come sua cattedrale.

Nel 1828 il vescovo di Galtelli-Nuoro, Antonio Maria Casabianca, fu nominato amministratore apostolico della diocesi Giovanni Maria Bua, arcivescovo di Oristano.
Bua giudicò che l'antica chiesa fosse troppo piccola per fungere da cattedrale permanente e ne ordinò la demolizione per far posto a una nuova. Affidò l'incarico di progettarlo a un francescano, Frà Antonio Cano (1779–1840), che aveva studiato architettura a Roma e che aveva già lavorato alla demolizione e alla ricostruzione delle chiese di Oristano.

La prima pietra fu posta il 12 novembre 1836, poco dopo che Carlo Alberto di Sardegna aveva dichiarato Nuoro città. Il budget per i lavori fu di 34.000 lire sarde, e un commentatore inglese notò che la nuova chiesa sembrava decisamente troppo grande, dato che Nuoro contava già altre otto chiese.

Nel 1840 Cano cadde dall'impalcatura della cattedrale e morì nel giro di poche ore. I lavori furono rallentati da questi inconvenienti e anche dalla mancanza di fondi, ma nel 1853 la costruzione fu in gran parte completata. La nuova cattedrale fu consacrata il 3 luglio 1873 dal vescovo della diocesi, Salvatore Angelo Demartis, e dal Vescovo Francesco Zunnui Casula.

 

Arte e architettura

La cattedrale fu edificata tra il 1829 e il 1840, in stile neoclassico. La facciata ricorda un tempio classico, con quattro semicolonne di granito che presentano capitelli ionici e sorreggono un timpano triangolare. Questo è incorniciato da due campanili identici, con una piccola semicupola dietro ciascuno di essi e due orologi di forma circolare in cima . 

L'interno

L'interno è caratterizzato da un'ampia navata voltata a botte e tutt'intorno ad essa corre una trabeazione sorretta da lesene con capitelli corinzi. Ai lati della navata sono presenti tre cappelle, comunicanti tra loro e dotate ciascuna di abside semicircolare; gli ampi spazi tra di loro danno l'effetto di navate laterali. Il presbiterio è rialzato di alcuni gradini rispetto alla navata ed era inizialmente racchiuso da una balaustra in marmo, rimossa dopo i lavori di restauro eseguiti tra il 2000 e il 2006. All'estremità orientale della cattedrale si trova un'abside semicircolare, dotata di coro ligneo.
Nella prima cappella a destra della navata si trova il fonte battesimale che riporta incisa la data 1756 e una statua di San Giovanni Battista, elementi riutilizzati dalla chiesa precedente. Nella volta di questa cappella sopravvivono tracce di un affresco realizzato da Antonio Carboni, in parte nascosto da intonaci successivi risalenti agli inizi del XX secolo. Nell'ultima cappella a sinistra, dedicata al Sacro Cuore, si trova la vetrina dell'Eucaristia.

Il progetto e la realizzazione dell'altare e del presbiterio fu eseguito ad opera dell'ing. Filippo Galfrè, nonno di Sebastiano Satta, mentre, distribuite in tutte le parti dell'edificio si trovano dipinti di vario formato, pregio ed epoca. Spicca una Deposizione del Tiarini, pregevole opera del seicento bolognese, la Via Crucis di C.Floris e G.Ciusa Romagna e alcune statue .
Inoltre, ci sono i sepolcri a parete con realtive lapidi dei vescovi Melas, Canepa e Demartis.

 

 

BIBLIOGRAFIA

Catalogo generale dei Beni Culturali

Francesco Cossu, Giovanni Puggioni - Dal sito della Diocesi di Nuoro

 

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