La chiusura della Visita a San Paolo

«Chiamati ad annunciare la bellezza della redenzione»

 

La lettura della Passione secondo Matteo ha aperto la Settimana Santa nella sera in cui il Vescovo ha portato a compimento la Visita pastorale alla comunità di San Paolo. Non potevano che essere le parole della liturgia, allora, il centro della breve riflessione che monsignor Marcìa ha voluto lasciare ai fedeli «per far echeggiare nel nostro cuore quei fatti, quelle parole». Se tante volte, come i Giudei, «siamo tentati di tenere Cristo sigillato nella tomba», viene in soccorso la lettura di Isaia, “Il Signore mi ha dato una lingua da discepolo”, «la capacità di indirizzare una parola allo sfiduciato. Come comunità ecclesiale – ha affermato il Vescovo –, come figli di Dio, come Chiesa, come salvati dal sangue di Cristo che la Passione ci ricorda, siamo mandati ad annunciare la bellezza di quella morte che è la nostra redenzione, la nostra salvezza». Una salvezza che viene anche da un altro aspetto, sottolineato ancora nella prima lettura, “Il Signore Dio mi assiste”. Sì, ha sottolineato monsignor Marcìa, «il Signore è con noi, il Signore ci assiste. È altrettanto vero – ha proseguito – che come discepoli, come suoi messaggeri, come suoi profeti siamo tante volte chiamati ad affrontare la vita come narra Isaia» nel canto del servo sofferente che presenta il dorso ai flagellatori e le guance a coloro che gli strappano la barba: «qualche volta siamo deboli e sentiamo tutto il peso della nostra testimonianza, guardando allora alla sua Passione, il suo amore ferito per noi, dobbiamo avere il coraggio, la fortezza, non quella di Pietro che tante volte ci fa scoprire che basta un nulla e abbandoniamo il Signore, ma la fortezza che ci viene dall’abbandono nostro in quel Cristo, in quel Gesù, in quel Dio che – come ha ricordato la seconda lettura – si è umiliato per stare con noi, ha voluto fare il cammino con noi».
Il Vescovo ha dunque invitato a fermare l’attenzione su questo Gesù che “Pur essendo nella condizione di Dio ha svuotato se stesso assumendo la nostra condizione di uomini…”: è «un Dio innamorato dell’uomo che è capace a lasciare la sua grandezza di Dio per farsi piccolo come noi uomini perché vuole che noi diventiamo come lui, grandi». Quando sopraggiunge la tentazione del fallimento, «della nostra piccolezza, della nostra incapacità, quando siamo scoraggiati verso noi stessi, pensiamo quanto siamo grandi davanti a Dio se lui per salvare noi ha fatto tutto quello che abbiamo appena ascoltato » nel Vangelo della Passione. «Per Lui valiamo la morte del Figlio, per Lui siamo tutto, allora abbandoniamoci anche noi nella nostra coscienza di essere piccoli, abbandoniamoci in lui in quell’amore infinito. Dio ci stima tanto, ci stima la morte del figlio, ci stima quest’amore, siamo qualcuno, e per Lui valiamo tanto».
Questo pensiero, ha concluso il Vescovo, «ci deve spronare ad ammirare, a contemplare, a ringraziare il suo amore per noi ma anche a metterci totalmente a disposizione di Lui, confidando solo in Lui».
Da parte sua, il parroco don Alessandro Fadda ha voluto ringraziare monsignor Marcìa: «Mi auguro – ha detto rivolgendosi al Vescovo – che abbia conservato il ricordo di giornate intense, impegnative ma belle, perché ha potuto incontrare nella quotidianità il gregge a lei affidato e belle anche per noi perché nella quotidianità abbiamo goduto dell’annuncio della Parola di Dio, dell’amministrazione dei sacramenti e dell’incontro con tante realtà della parrocchia, con quella dimensione della conoscenza, dell’incoraggiamento, della condivisione, della promozione dei carismi che lo Spirito Santo ha suscitato nella nostra comunità».
Il motto della Visita, “Nulla ci tolga la gioia della speranza”, si è fatto dunque da parte di don Fadda, augurio per il Vescovo, per il proseguo del ministero nella Chiesa locale e per la ripresa della Visita pastorale alla fine di aprile.
“Accresci in noi la speranza – si legge ancora nella preghiera per la Visita pastorale –, dono della tua bontà, così che con gioia, pur con i nostri limiti, possiamo avere un passo libero e agile nel cammino della vita verso te!”: è una preghiera – ha proseguito il parroco – «ma anche una sintesi, un programma di vita per la nostra comunità e anche un augurio perché i frutti spirituali che il Signore vorrà suscitare e che ha già iniziato a suscitare grazie a questa Visita possano essere motivo di crescita da parte nostra, di accoglienza, di riflessione, meditazione e sprone per la vita della nostra comunità. Che il Signore – ha concluso – porti benedizione per il suo impegno e conceda a tutti noi di gustare e di trarre frutto da questo momento così intenso, impegnativo, storico per la vita della nostra parrocchia».
Prima della benedizione finale ancora una parola da parte del Vescovo, un invito alla comunità parrocchiale a camminare insieme, «ci sono diverse forze, diverse capacità, diverse energie, datevi la mano e camminate insieme» – ha detto – prima di augurare a tutti una Santa Pasqua. L’ultima parola per chi serve la parrocchia in silenzio, «zitto zitto, in silenzio ma c’è sempre: don Giovannino Puggioni, non perdetevelo». (fra. co.)

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