Chiusura della Visita pastorale a Orgosolo

Ripartire con passo nuovo

L’invito del Vescovo alla comunità: siate coerenti, mai testardi

 Tre motivi per fare festa in un’unica celebrazione. La Messa che conclude la Visita pastorale alla parrocchia di Orgosolo racchiude un particolare significato per la concomitanza con la solennità dell’Ascensione del Signore e il sacramento della Cresima amministrato a quasi quaranta ragazzi.
«Perché oggi facciamo festa? – chiede immediatamente il Vescovo iniziando la sua omelia. Cos’è la festa dell’ascensione?». È strano – spiega ripercorrendo gli ultimi tempi della vita di Gesù con i suoi discepoli: muore, tristezza generale, risorge e i suoi fanno fatica a capire, poi godono perché l’hanno visto risorto, mangiano con lui, Gesù trascorre diversi momenti insieme a loro poi “sparisce” e i discepoli fanno festa, non è strano?». La risposta è nella preghiera di colletta, che così recita: «Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria».
Ci sono allora due motivi per gioire – spiega monsignor Marcia. «Il primo, Gesù Figlio di Dio che si è fatto uomo, Dio che ha preso la nostra umanità, sale alla destra del Padre, ritorna nella trinità non come figlio di Dio ma come uomo Dio. In Dio trinità c’è la nostra umanità, per questo facciamo festa. In altre parole: noi, la nostra umanità, siamo già lì, abbiamo un posto». C’è anche un secondo motivo: «Non solo c’è il posto – prosegue il Vescovo – ma abbiamo la speranza, che è certezza, che noi possiamo arrivarci, che possiamo raggiungere la salvezza. Crediamo la resurrezione della carne: saremo col nostro corpo nella trinità, in Dio. Un corpo trasformato, rinnovato, come il corpo di Gesù nella resurrezione. Sarà un corpo tutto nuovo». Questa è la festa dell’ascensione.
Poi ci sono le cresime: Non è una festa solo per i ragazzi ma lo è per le famiglie e per tutta la comunità. «Lo Spirito Santo – dice ai cresimandi – scendendo su di voi di fatto arricchisce questa comunità. I vostri genitori tremano per voi, sono preoccupati per il vostro futuro, ebbene nelle vostre famiglie arriva oggi lo Spirito Santo tramite voi. È la terza persona della trinità, la prima è Dio Padre, Dio creatore, la seconda è Dio figlio fatto uomo, Dio Salvatore, lo Spirito è Dio Amore. Voi portate in casa Dio Amore».
Infine si chiude la Visita pastorale. Il Vescovo ricorda come questo evento non sia tanto legato alla propria persona quanto alla riflessione su Cristo pastore e sulla presa di coscienza dell’essere Chiesa: «Facciamo festa – dice – perché con questa coscienza di essere Chiesa vogliamo ripartire con passo nuovo. Riprendiamo il passo, ripartiamo». Ma su che cosa occorre riprendere il cammino. Tre sottolineature sulle quali riflettere. La prima considerazione parte dalle visite, quasi un centinaio, fatte nei giorni precedenti agli anziani e agli ammalati: «Cara comunità di Orgosolo – dice – è bellissimo che teniate i vostri malati e i vostri anziani, è positivo. È bello che nella famiglia ci siano le nascite e ci sia tutto il tormento della vita, la fatica, il dolore ma non l’assistenza semmai l’affetto, l’amore che dovete coltivare verso i vostri cari, continuate così». Una seconda riflessione. «Siete “tosti”, sul serio – sorride il Vescovo. Questo ha un aspetto positivo e uno negativo. Vuol dire riconoscere il momento in cui possiamo essere coerenti ma non testardi. Il testardo non mette mai in discussione il suo pensiero. Facendolo riuscite a mettervi d’accordo anche con con le persone con le quali non andavate d’accordo. È come in una coppia, rimettere in discussione se stessi è bello. Rimettete in discussione un po’ le vostre certezze: non vuol dire perderle, ma confrontatevi, forse c’è da correggere qualcosa». E lo sottolinea, terza riflessione, soprattutto rivolgendosi ai ragazzi: «Mettete in discussione il vostro pensiero, confrontatevi sul vostro modo di pensare e di affrontare la vita. Pregate lo Spirito Santo perché vi conceda la sapienza e la fortezza per poter davvero registrare il passo della vostra vita. Siete in gamba!» – afferma.
Rivolgendosi infine a tutta la comunità di Orgosolo invita ad essere orgogliosi delle cose belle, «avete tanti valori – sottolinea –, avete la capacità di amare, di volervi bene: mettetela a frutto, non lasciatela perdere. La durezza che avete è a vostro vantaggio se riuscite a mettere in ordine le motivazioni, le tensioni, il vostro perché. Voi ragazzi siete già l’oggi, formatevi perché fra poco tempo toccherà a voi prendere le redini della guida di un paese, ma camminate bene, dovete crescere. Il parroco don Antonello Corrias nel ringraziare il Vescovo sottolinea il suo camminare per le strade di Orgosolo «come maestro che insegna, dona una parola di conforto e incoraggiamento. È entrato in silenzio e in punta di piedi. Ha mantenuto la promessa – conclude – di far brillare il tesoro della fede di questa comunità. Da parte nostra manteniamo questo impegno». (fra.co.)

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