La Caletta (7 – 14 ottobre 2017)

La Caletta, aspettando un Pastore-Pescatore

 

di Matteo Marteddu

Nubi nere stamane, lambiscono il mare. Anzi dal mare attingono la valanga d’acqua che si abbatte su strade e piazze de La Caletta, frazione costiera di Siniscola. Può essere una benedizione, di fine settembre, dopo la siccità che ha abraso le campagne di Sardegna. E in attesa che dal 7 ottobre monsignor Mosè Marcìa, nella visita pastorale, elargisca le sue di benedizioni. In questa realtà che va interpretata, che si è costruita in modalità “work in progress” (lavoro in progressione) sino ad arrivare agli attuali duemila abitanti e con tante case da mettere sul mercato. Ormai hanno difficoltà, i Calettani, neologismo cui tengono moltissimo, a considerarsi ancora frazione. Da pescatori confinati in quella parte di ansa del Tirreno, marginale, anonima e senza particolare fisionomia antropologica, a borgo ben definito, con le sue architetture, tra il moderno e il naif, con servizi e strutture proprie.
Società multietnica, si incrociano le “razze” più diverse, di stirpe sarda e continentale. E a guardar bene, sbocco a mare della Barbagia. Perché qui hanno gettato lo sguardo artigiani muratori, da Fonni a Mamoiada, con investimenti nel mattone, comunque ritenuti di buona sicurezza nella tempesta delle ricorrenti crisi. Non hanno avuto torto, anche senza l’occhio dei grandi economisti Istat. Tant’è che oggi quelle case, prima seconde, diventano prime, tanti hanno acquistato e stanno stabilmente in questo borgo, tra atmosfere e magie del mare e delle spiagge dalla sabbia caraibica. Persino la casa-madre, Siniscola, ha da anni preso sul serio lo sviluppo della sua frazione. Strade larghe, ad intercalare il traffico sostenuto, le rotonde con muretti in granito bianco, magari di dubbio gusto, ma che ti danno la sensazione di arrivare in un luogo importante. Animazione ancora nelle strade, in questo scorcio d’estate che qui non ha il sapore del crepuscolo. «A La caletta, chi ha voglia di fare trova le condizioni giuste»: Franco Calzedda, calettano, docente di Economia aziendale e studio di commercialista, analizza nel dettaglio i numeri positivi di una realtà in movimento. «Oltre cento addetti nella pesca, con fatturati importanti. Hanno i mercati e colgono anche le nuove opportunità turistiche. Quel lavoro, simbolo del massacro fisico, della solitudine notturna del mare, delle tempeste e delle reti vuote, sta cambiando pelle. Generazioni nuove, se pur con fatica tentano di sostituire quelle vecchie. Avvertono che può aprirsi una nuova frontiera. Cresce il mercato interno ed esportano, portando i sapori di questo mare, verso l’esterno. Occorre – conclude il dottor Calzedda – sostenere e infondere coraggio». Che ci siano i segni di una possibile Sardegna diversa, lo testimonia la voglia di tanti di stabilizzarsi e di reinventare attività collegate all’economia reale. Crescita esponenziale di B& B, mega-store e centri commerciali, persino un seashop, shopping del mare, che fa da attrattore per tutta la costa e per numerosi centri dell’interno.
Ha retto la parrocchia de La Caletta per 10 anni, 2006-2016, don Pasquale Pedes, oggi si riposa a Bitti nella sua Gorofai, lungo i tornanti che portano al santuario del Miracolo. Da parroco di Ollolai, di alta montagna, alla battigia de La Caletta, passando per Lula. «Non ho sentito le vertigini della discesa, mi ha sempre assistito la Madonna di Fatima », dice: «Mi rendevo conto della crescita costante. Volumetrie, edilizia, gente e famiglie nuove. Flussi estivi che occorreva interpretare con azione pastorale attenta e adeguata. Colpiva – racconta ancora don Pasquale – la profonda volontà identitaria, anche rispetto a Siniscola e la diffusa animazione che si creava dal mese di aprile. La primavera riempiva strade e piazze e ridava i colori ai giardini delle seconde case».
L’attitudine all’operosità di quelli de la “Calitta”, è contagiosa per quelli che vi approdano da lontano. E si va lontano a capirne il significato, da quando la piccola cala, a metà Ottocento doveva accogliere e proteggere imbarcazioni di Santa Margherita Ligure o di Napoli, cariche di grano, vino e formaggi. Ai dediti al commercio non dispiaceva star sulla costa, costruirvi edifici per il grande traffico del carbone dalle foreste del Montalbo o per i minerali di piombo e zinco estratti nelle miniere di Guzzurra e Sos Enattos, nelle fosse di Lula. Concentrazione e attivismo commerciale portò dritti alle bonifiche delle paludi e da qui la formazione della vasta proprietà terriera in mano agli stessi protagonisti dell’opera di prosciugamento e bonifica. Arrivarono le opere pubbliche e le scuole e il molo per un porto di quarta classe. Ormai borgo, aveva bisogno della protezione celeste. Fu così che, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu edificata la chiesa. E quale miglior protezione per soldati e famiglie, di quella della Madonna di Fatima? Inizio lavori 1942, ottobre ’42 posa della prima pietra da parte di monsignor Felice Beccaro, 1947 ingresso della statua della Madonna, febbraio 1962, monsignor Giuseppe Melas decreta la nascita della Parrocchia.
Date scolpite nella testa del giovane sacerdote nuorese don Stefano Paba, parroco di Posada e amministratore parrocchiale de La Caletta. Si deve destreggiare tra i due centri costieri e qui ha trovato, tra gli altri due collaboratori che seguono le varie attività ecclesiali. Angela Pinna Flori, vice presidente del Consiglio pastorale, «fisico possente», come lei stessa tende a rimarcare, testimoniano le mie origini da Cabras e la relativa storica tradizione dei “Giganti di monte Prama”. Giuseppe Cuccu, padre e nonno di otto nipotini, uno dei due diaconi che danno una mano a don Stefano, tra Posada e La Caletta. «No, non ci sentiamo di serie B, rispetto a Siniscola. Anche se talvolta da lì arrivano segnali al contrario. Soprattutto quando ci sono da fare scelte su opere pubbliche di interesse comune. Certo, se ci chiedono di dove siamo, noi siamo Calettani. L’identità è un bene indisponibile. Dobbiamo sviluppare – sostengono i due collaboratori del parroco – più iniziative verso i giovani. Qui sono tanti, arrivano diversi stagionali ed è una opportunità straordinaria e non solo per il lavoro».
Impegno nelle associazioni e nel priorato della festa, dove è garantita la presenza di un pescatore e di un pastore. Tanto per non perdere il sapore delle origini, da questa parte del mare. Freschi ancora i profumi di speranza dell’ordinazione recente di don Roberto Biancu, uno dei due sacerdoti di questo lembo di terra.
Tante immagine e tante suggestioni per il Vescovo di Nuoro in arrivo, tra il centro storico e Monte Longu, tra Zona Casello e Finiscolis, Paule ’e mare e il porto. Cosa ci aspettiamo da monsignor Marcìa? «Che sia pescatore e pastore. Nel senso biblico e nell’attualità delle nostre esperienze. Da Lui aspettiamo un parroco fisso, non in “prestito” da Posada», dicono con decisione e voce unica Angela e Giuseppe. «Poi, noi che siamo patria dell’edilizia, abbiamo modeste e insufficienti strutture parrocchiali. Ma questo è un campo che richiede una buona schiera di “santi in paradiso” ». Nubi si diradano, verso le falde del Montalbo. Aprono spazi al sole tiepido d’autunno e alla leggera brezza che accarezza le barche ormeggiate al Circolo nautico della piccola cala.

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Il programma
  • Sabato 7 ottobre
    Ore 16.00: Accoglienza del Vescovo e apertura della Visita pastorale
    Ore 18.30: Santa Messa e incontro con cresimandi e padrini
  • Domenica 8 ottobre
    Ore 10.30: Cresime
    Ore 15.00-17.00: Visita agli ammalati e anziani
    Ore 17.30: Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale
    Ore 19.00: Incontro con i pescatori e pastori
  • Lunedì 9 ottobre
    Ore 8.15: Lodi e meditazioni
    Ore 9.00-12.00: Visita agli ammalati e anziani
    Ore 15.00-17.00: Visita agli ammalati e anziani
    Ore 18.30: Santa Messa in suffragio dei parrocchiani defunti
    Ore 19.00: Incontro con le catechiste
  • Martedì 10 ottobre
    Ore 8.15: Lodi e meditazioni
    Ore 9.00-12.00: Visita agli ammalati e anziani
    Ore 15.00-17.00: Visita agli ammalati e anziani
    Ore 18.30: Santa Messa
    Ore 19.00: Incontro con l’Azione Cattolica adulti, Ministri straordinari, responsabili ministranti
  • Mercoledì 11 ottobre
    Ore 8.15: Lodi e meditazioni
    Ore 9.00-12.00: Incontro con le Autorità portuali, Militari
    Ore 15.00-17.00: Incontro con le Associazioni locali, Sportive, Folk
    Ore 18.30: Santa Messa
    Ore 19.00: Incontro con il Priorato di Fatima e il comitato Sant’Antonio
  • Giovedì 12 ottobre
    Ore 8.15: Lodi e meditazioni
    Ore 9.00-12.00: Ritiro del clero a Galanoli
    Ore 16.00-17.00: Incontro con le famiglie
    Ore 18.30: Santa Messa
    Ore 19.30: Incontro con il mondo del lavoro
  • Venerdì 13 ottobre
    Conclusione dell’Anno giubilare di N. Signora di Fatima
    Ore 8.15: Lodi e meditazioni
    Ore 9.00-12.00: Incontro con i ragazzi delle scuole
    Ore 12.00: Ora Media – Preghiera a N. S. di Fatima
    Ore 15.00-17.30: Confessioni
    Ore 18.30: Santa Messa
    Ore 19.30: Momento conviviale
  • Sabato 14 ottobre
    Ore 8.15: Lodi e meditazioni
    Ore 10.00-11.00: Incontro con la Croce Verde
    Ore 11.00-12.00: Incontro con il Circolo Nautico
    Ore 16.00-17.00: Incontro con i ragazzi del catechismo
    Ore 19.00: Santa Messa e conclusione della Visita pastorale
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