La seconda giornata

Un’opera aperta, promotrice di nuove applicazioni e ispiratrice di sempre nuove possibilità di senso: tale è nell’appassionata relazione di padre Silvano Maggiani la Costituzione Sacrosanctum Concilium, oggetto di riflessione nella seconda intensa giornata dell’Incontro nazionale dell’Ordo virginum in corso di svolgimento a Orosei. Il religioso dei Servi di Maria – docente di sacramentaria e di liturgia al «Marianum» e all’Istituto Liturgico Sant’Anselmo in Roma – ha dapprima delineato la profondità storica della questione a partire dal cosiddetto “Movimento liturgico” per arrivare al discorso di apertura del Concilio Vaticano II nel quale Giovanni XXIII auspicava un balzo in avanti per il rinnovamento della vita cristiana, un percorso che ha portato anche alla riforma della liturgia.
«C’è prima di tutto da domandarsi – per padre Maggiani – se i credenti vivano la liturgia che celebrano. In realtà – ha affermato – è il dono che riceviamo che ci apre a essere e divenire: se vivo il dono, il dono mi trasforma». In quest’ottica il religioso ha toccato vari passi della Costituzione concliare a partire dalla liturgia come “culmine e fonte” della vita della Chiesa e “culto spirituale”. La vergine consacrata, come ogni cristiano, vive il coinvolgimento nell’unico sacrificio spirituale di Cristo, offre se stessa nella volontà al Padre una volta per tutte, come ha fatto il Figlio. Con la Liturgia delle Ore poi, «la vergine – ha proseguito Maggiani – partecipa al sommo onore di alzare le mani supplici con la Chiesa e per tutta la Chiesa». Occorre ancora promuovere una viva conoscenza delle Sacre Scritture alimentando la vita religiosa con la meditazione della Parola e ritornando alla “Mistagogia” che è conoscenza del mistero contenuto nelle Scritture e nella liturgia.
I concetti di adattamento e inculturazione proposti dalla Costituzione forniscono una lezione di vita per il rapporto con gli altri: il credente, come la Chiesa insegna, non impone ma rispetta e promuove; superando paure e provincialismi vive l’apertura all’altro, l’incontro. Concretamente – ha suggerito il religioso – si può vivere questa dimensione nel “Cortile dei Gentili”, andando incontro ad agnostici e atei e promuovendo un nuovo umanesimo. È stata poi oggetto di attenzione Maria come figura e modello a cui ispirarsi, prestando attenzione al mistero che incarna: «Di lei occorre parlare con pudore – ha affermato Maggiani – privilegiando non la quantità ma la qualità della lode».
Gli ultimi punti della rivisitazione di Sacrosanctum Concilium hanno riguardato “il festivo e il feriale” e “la bellezza da prmuovere”: recuperando un senso cristiano del tempo siamo chiamati a ripensare la dimensione festiva come tempo di nuove energie e autentica gioia cristiana. Infine la dimensione della “beltà”: l’auspicio di padre Maggiani è che «la vergine consacrata sia sempre più esperta nella bellezza dei luoghi e delle cose come pure sia capace di tradurre la belleza nel proprio vissuto esteriore e interiore».
I lavori sono proseguiti nel confronto in gruppi di studio per arrivare infine a un dialogo aperto in assemblea con padre Maggiani.
La serata è stata vissuta nel vicino borgo di Galtellì, la Galte descritta da Grazia Deledda nel suo Canne al vento, già sede vescovile e celebre per il culto del Cristo. La Messa presieduta da Mons. Antonello Mura, Vescovo di Lanusei, è stata animata dalle antiche confraternite mentre l’accoglienza ha visto impegnate la comunità civile e religiosa del paese.

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