Verso Pentecoste con Associazioni e Movimenti ecclesiali

Si avvicina la solennità di Pentecoste che vivremo comunitariamente nella grande Veglia di sabato 7 giugno in Cattedrale. Sarà l’occasione, per la nostra comunità diocesana, di rendere visibile la comunione dei fedeli riuniti introrno al Vescovo nel giorno in cui si compie il mistero pasquale nell’effusione dello Spirito Santo, “battesimo” della Chiesa. Per l’occasione proponiamo una serie di articoli dedicati alle associazioni e ai movimenti ecclesiali maggiormente radicati nel nostro territorio, con una attenzione particolare ai movimenti nati dopo il Concilio Vaticano II.
Una premessa. Nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, vero e proprio manifesto del suo ministero petrino, Papa Francesco ha dedicato un breve ma significativo passaggio ai movimenti ecclesiali che può fare da utile promemoria in questo nostro percorso: «Le altre istituzioni ecclesiali, comunità di base e piccole comunità, movimenti e altre forme di associazione – scriveva il Papa al numero 29 -, sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori. Molte volte apportano un nuovo fervore evangelizzatore e una capacità di dialogo con il mondo che rinnovano la Chiesa. Ma è molto salutare che non perdano il contatto con questa realtà tanto ricca della parrocchia del luogo, e che si integrino con piacere nella pastorale organica della Chiesa particolare. Questa integrazione eviterà che rimangano solo con una parte del Vangelo e della Chiesa, o che si trasformino in nomadi senza radici». Centrale deve essere e rimanere, per il Papa, il ruolo della parrocchia, insostituibile «presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione». É in questo contesto che si inseriscono le associazioni e i movimenti ecclesiali: la Chiesa ne ha accompagnato con materna sollecitudine la nascita e li ha portati alla maturità, ad essi spetta non tradire questa fiducia e collaborare alla nuova evangelizzazione – ciascuno con i propri carismi – sempre in comunione con i pastori e con il Vescovo. Molte cose sono state scritte e dette sui movimenti, una vasta letteratura – specie su internet – tende a metterli in cattiva luce descrivendoli talvolta in maniera terribile. Da dove nascono l’astio, il disprezzo, il pregiudizio se non da una non-conoscenza delle nuove realtà? Conoscersi è un primo passo per rispettarsi ed è indispensabile per vivere la comunione. Spetta altresì a ciascun movimento sforzarsi di uscire dall’ombra e collaborare a una sempre maggiore conoscenza delle proprie peculiarità fino ad arrivare a un definitivo mutuo riconoscimento. Scopo di questi articoli è offrire un servizio ai fedeli e ai sacerdoti e agli stessi movimenti l’occasione per presentarsi.
Nota metodologica. Per questioni di tempo le domande sono state inviate per iscritto, così anche le risposte. Manca la freschezza del colloquio ma si è voluta lasciare la massima libertà per fornire risposte meditate. In alcuni casi l’interlocutore ha scelto di riassumere in un’unica risposta alcune domande, quando ciò avviene è evidenziato con una nota tra parentesi.

Franco Colomo

condividi su