Il comunicato dei parroci su Abbanoa

Noi sacerdoti responsabili delle Parrocchie della Diocesi di Nuoro, ci siamo riuniti in assemblea straordinaria per esaminare la richiesta del pagamento della cauzione sul consumo dell’acqua, da parte della società Abbanoa, che gestisce l’erogazione dell’acqua nella Regione Sardegna.

In primo luogo è stato preso in considerazione il caso delle Parrocchie, alle quali sono pervenute richieste a partire da un minimo di 950,00 euro circa. Per le Parrocchie che hanno in gestione anche altre chiese succursali, tale cifra si è moltiplicata per il numero di esse fino a raggiungere diverse migliaia di euro. Tutti gli abitanti della Sardegna sanno che molte di queste chiese vengono utilizzate qualche volta all’anno, in occasione della festa del Santo, e quindi la cifra richiesta risulta assolutamente incomprensibile, in considerazione dei modesti consumi e delle altrettante modeste entrate.

Le richieste di Abbanoa andrebbero a pesare ancora una volta sui fedeli, chiamati a concorrere con le loro offerte alla necessità della propria comunità. Le cifre richieste ad alcune parrocchie costituiscono il bilancio di un intero anno e quindi sono caratterizzate dall’iniquità e dalla esagerazione.

Gli stessi contratti sono tra i più ingiusti ed esosi. Infatti la quota fissa assimila le Parrocchie alle caserme, ospedali, ecc. (che però ricevono risorse pubbliche), e recentemente è stata ritoccata al rialzo (da 100,00 euro ad oltre 120,00 euro), sempre in modo unilaterale, senza preavviso e senza giustificazione, se non la voracità di un’organizzazione mostruosa, che divora risorse e offre un pessimo servizio.

Oltre le ragioni delle Parrocchie e degli altri enti religiosi, riteniamo doveroso anche difendere le ragioni dei nostri concittadini e delle loro famiglie. La situazione di disagio sociale si allarga e si aggrava sempre più e la povertà incide su quasi il 25% delle famiglie (una famiglia su quattro); molte di queste hanno ormai rinunciato alle spese essenziali, quali quelle legate alla salute. Questa nuova “tassa”, di circa 55,00 euro per le utenze domestiche, si configura come un accanimento, poiché va ad aggiungersi ad una miriade di sigle (IMU, TARSU, TARI, TASI, IUC …),  dove il cittadino medio fa fatica ad orientarsi e gli uffici pubblici stanno vivendo un ingorgo mai visto.

Per queste ragioni, mentre decidiamo all’unanimità di non pagare le bollette, fintanto che la società non dimostri un atteggiamento differente nel rapporto con gli utenti,  invitiamo anche i cittadini a fare altrettanto, garantendo il nostro sostegno.

Invitiamo i sindaci a porsi con decisione dalla parte dei loro cittadini, ponendo in atto le azioni necessarie per organizzare le popolazioni, per fornire le informazioni adeguate, per opporsi a tutto ciò che può creare nuove difficoltà alle persone e alle famiglie.

Diffidiamo la società Abbanoa dal continuare in una scelta iniqua, ingiusta, inopportuna e vessatoria per le modalità di comportamento e la quantità delle somme richieste.

Aderiamo all’azione delle Associazioni dei consumatori, alle quali affidiamo la difesa delle nostre ragioni, con le modalità che saranno ritenute opportune, anche attraverso momenti di incontro per la conoscenza del problema e per le decisioni.

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