Il nuovo Tribunale ecclesiastico interdiocesano

Pastoralità e vicinanza sono i tratti fondamentali del Motu Proprio di papa Francesco Mitis Iudex Dominus Iesus (MIDI) sulla riforma del processo canonico per le dichiarazioni di nullità matrimoniale e sono anche i pilastri su cui poggia la nuova istituzione del Tribunale ecclesiastico interdiocesano di Nuoro e Lanusei inaugurato sabato 13 maggio alla presenza dei due vescovi monsignor Mosè Marcìa e Antonello Mura e del Pro-decano del Tribunale della Rota romana monsignor Maurice Monier. Una riforma, quella voluta dal Papa, da vedersi nell’ottica più ampia di una rinnovata pastorale familiare che si inserisce nel solco dei Sinodi sulla famiglia e dell’Esortazione Amoris Lætitia sintetizzata – nelle parole di monsignor Marcìa – nei tre verbi accogliere, discernere, orientare.
Proprio «i Sinodi sulla famiglia hanno presentato – secondo le parole di monsignor Monier – la necessità di una riforma e il Papa che ha capito il bisogno di tornare ad un apostolato più vicino alle persone. Il Motu Proprio intende aiutare e confermare i vescovi nella loro responsabilità e prossimità alle persone ferite che cercano un cammino per raggiungere le braccia materne della Chiesa, le strutture – ha ammesso – forse non erano abbastanza vicine alla gente». Il documento del Papa è dunque una risposta al mondo attuale, «tiene conto della potestà del Vescovo e della sua vicinanza a quanti vivono in difficoltà e vogliono ritrovare lo stato di grazia».
Il Pro-decano della Rota romana ha poi sottolineato le altre importanti novità della riforma, l’abolizione della cosiddetta “doppia conforme” secondo cui la sentenza canonica di nullità che veniva pronunciata dal tribunale ecclesiastico di prima istanza acquisiva stabilità nel momento in cui veniva confermata con una sentenza o un decreto del Tribunale Canonico di appello.
L’altra novità è quella del “processo breve” su cui Monier si è soffermato lungamente. È stata questa una riforma che alcuni hanno cercato di far cadere – ha detto il Pro-decano – ma che nasce da tanti anni di riflessione. «Un processo più snello non significa rapidissimo, occorre tener conto del diritto senza inventare nulla, ma anche, di fronte a casi eclatanti e fatti evidenti non procrastinare le cause all’infinito. Nel caso in cui il Vescovo non abbia certezza rimane la possibilità di ricorrere al processo ordinario». Monier ha sgombrato il campo da semplificazioni fuori luogo, «non siamo di fronte a un “divorzio ecclesiastico” – ha detto – il matrimonio è una cosa seria. Il Vescovo è garanzia di tutto il percorso ed è lui a porre il sigillo». Occorre ora vincere le resistenze, lavorare tutti a questa riforma che abbisogna di tempo per essere compresa e applicata.
Sfatato anche il mito delle cause costosissime: l’80% dei casi sono seguiti dalla Rota in assoluta gratuità, il Papa ha anche insistito per il gratuito patrocinio ferma restando la possibilità, per chi lo desidera, di scegliere un proprio avvocato di fiducia (e di pagarlo, naturalmente).
Sollecitato dalle domande dell’uditorio, monsignor Monier ha anche voluto lasciare alcune indicazioni dal punto di vista operativo. Prima di iniziare la procedura è bene che le persone possano avere qualcuno con cui parlare, fondamentale da questo punto di vista dovrebbe essere il ruolo dei consultori o degli uffici diocesani di pastorale familiare, per rendere “più vicini” i processi.
Il vescovo di Nuoro, monsignor Marcìa, ha svelato ciò che sta alla base della decisione di inaugurare un nuovo organismo ecclesiale chiedendo alla Chiesa sorella ogliastrina di unire le forze in questo nuovo percorso e lo ha espresso con i numeri: «Nel 2010 a Nuoro ci sono stati 570 matrimoni (435 religiosi e 135 civili), ci sono stati 212 separazioni e solo 2 richieste di nullità. Nel 2014 sempre a Nuoro su 433 matrimoni (304 religiosi e 129 civili), ci sono state 162 separazioni e solo 3 richieste di nullità. Meno matrimoni (complessivi -137; religiosi -131; civili -6). I numeri forse sono anche aridi, ma significativi se aggiungiamo che mentre in Italia nel 2014 il valore in percentuale di separazioni è stato del 35,2% in Sardegna è stato del 37,4% e la provincia di Nuoro è stata al primo posto in Italia».
L’inaugurazione del tribunale interdiocesano è – per il vescovo Mosè – «un fatto storico», mentre monsignor Antonello Mura ha parlato di una «operazione di Chiesa, evangelizzatrice e pastorale » e la presenza di monsignor Monier «ci incoraggia » – ha detto. Il Pro-decano, dal canto suo, ha esaltato la «scelta coraggiosa dei due vescovi, una decisione che è un esempio per altri vescovi» e ha poi lodato la «saggezza sarda», peculiarità che era propria anche del compianto cardinal Pompedda, conosciuto durante il servizio presso la Rota romana, «maestro nel valutare e nella ricerca del buon senso» e dal quale ha imparato che «il diritto insegna ad andare all’essenziale». (fra.co.)

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