La chiusura della Visita a Lodè

Famiglia chiamata a un impegno nuovo

Una base solida da cui partire, il senso di famiglia che si respira nella comunità di Lodè, ma anche la necessità di fare, insieme, un passo in più. È questo, in sintesi, il messaggio che monsignor Mosè Marcìa ha voluto lasciare al termine della Visita pastorale nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova guidata da don Alessandro Muggianu. «È bello – ha esordito il Vescovo – vedere le tre letture che la liturgia ci pone mentre chiudiamo questo momento di grazia da parte del Signore» e ha provato a sintetizzarne il messaggio dicendo «basta con le parole, passiamo ai fatti », non prima però di aver sottolineato quanto sia stato bello durante la settimana vedere la risposta della comunità dalle Lodi del mattino, alla Messa serale, all’adorazione, ai vari incontri: «Una comunità che respira famiglia, è molto bello». Ma ha anche chiesto un passo ulteriore, servendosi dell’esempio dato dal Vangelo. L’uomo si rivolge al figlio chiedendogli di andare a lavorare nella vigna, quello risponde di no ma poi ci va, l’altro fa il contrario: «Noi da che parte stiamo? – ha domandato monsignor Mosè – Siamo di quei credenti non praticanti o di quei praticanti non credenti? Forse dovremmo essere credenti e praticanti, darci da fare. Se posso lasciare questo messaggio: continuate a costruire famiglia però facendo come il primo figlio che poi si è dato da fare».
Il Vescovo si è detto colpito anche dalle visite agli ammalati e anziani, anche qui tornava anche dalla loro bocca lo stesso concetto, la bellezza e l’orgoglio della realtà familiare, pur con qualche smagliatura.
Proseguendo nell’omelia ha poi voluto sottolineare un aspetto tratto dalla seconda lettura, come novello Paolo rivolgendosi alla comunità di Lodè e non a quella di Filippi: “Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sé stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri”. Questo l’impegno chiesto a tutti, tenendo presente che la base da cui partire, anche per «merito dei predecessori dell’attuale parroco», è buona.
La conclusione della Visita pastorale è coincisa con il Rito di ammissione tra i candidati all’Ordine sacro di Celeste Corosu. «Lui – ha detto il Vescovo – decide di dirvi pubblicamente: “Cara comunità di Lodè io voglio diventare prete, datemi una mano”. In questa comunità lui è stato battezzato, ha ricevuto il sacramento della prima comunione, della cresima, i primi passi della fede li ha fatti qui, non lasciatelo solo adesso, vi sta chiedendo questo. Avrebbe potuto scegliere per questo rito un’altra chiesa, ha voluto farlo qui, in questa comunità che vuol prendere l’impegno di non fare nulla per rivalità o vanagloria e cercare l’interesse anche del prossimo. Un modo per cercare l’interesse di Celeste è incominciare a sbucciarvi le ginocchia, e se vedete che per caso lui è il primo a non osservare l’impegno che stiamo prendendo come comunità allora diteglielo, quanto tu ti sei impegnato noi ci siamo impegnati con te. È il vero aiuto che possiamo dargli».
Così ha ribattezzato la fine della Visita pastorale come la serata dell’impegno, un passo chiesto a tutti.
Nel suo saluto finale, il parroco don Alessandro Muggianu ha provato a riassumere i tanti sentimenti che si agitavano nel suo cuore, «Come parroco e interpretando i sentimenti di Lodè che portiamo nel cuore – ha detto –, riassumo tutto con una parola: Grazie. Grazie a Dio perché ci ha donato questa settimana di grazia che ci ha aiutato a sentirci una famiglia con valori e basi forti, le basi di Dio. Il Vescovo non è venuto per fare il controllore ma il padre. Grazie a lei – ha detto rivolgendosi al Vescovo – che è stato padre, fratello, maestro e amico. Grazie alla comunità che lo ha sentito vicino, con i bambini, con le famiglie alle quali ha ricordato di ravvivare il loro amore, anziani, ammalati, lavoratori, ragazzi e giovani. Ci ha conosciuto abbiamo camminato insieme abbiamo pregato grazie che troverà migliore risposta se prenderemo quello che ci ha consigliato, essere una famiglia. Prendiamo da oggi questo insegnamento – ha concluso – e teniamolo nel cuore per costruire pagine belle per la nostra comunità». (fra.co.)

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