L’omelia del Vescovo ai funerali di don Salvatore Fancello

«Scusaci Signore ma non ti abbiamo capito»

 Nel trigesimo della morte, le comunità di Cala Gonone e Dorgali si ritroveranno a pregare per don Salvatore Fancello nelle messe di suffragio che saranno celebrate, entrambe alle ore 18, domenica 5 ottobre nella parrocchia di Nostra Signora di Bonaria e lunedì 6 ottobre nella parrocchia di Santa Caterina. Convinti di stimolare un’ulteriore riflessione oltre la cronaca e l’emotività del momento, pubblichiamo l’omelia funebre pronunciata dal vescovo di Nuoro il 7 settembre del 2014

Abbiamo pregato così come tu, Signore, ci hai suggerito: «Ascoltate oggi la voce del Signore». “Ascoltate oggi la sua voce”, ci ha suggerito il salmista e Tu, Signore, hai proseguito: «Non indurite il vostro cuore come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove i padri vostri mi tentarono e mi misero alla prova, anche se avevano visto le mie opere».
Signore, perdonaci! Signore, perdonami! Non voglio indurire il mio cuore, non voglio né tentarti né metterti alla prova. Ma… non ti ho capito!
Ancora una volta ti presenti Padre nel Mistero. Se volevi colpirci, ci sei riuscito in pieno! Se volevi comunicarci qualcosa abbiamo sentito, abbiamo udito, ma non abbiamo capito, non ho capito! Noi Ti amiamo anche nel Mistero. Noi crediamo in te e in questo momento rinnoviamo la nostra piena fede in te. Tu ci sei Padre. Tu, Signore della vita. Tu, resurrezione vincitore della morte. Tu sei l’unico oggetto del nostro amore e per te e con te continuiamo a giocare la vita, fino all’ultimo respiro così come Salvatore ha fatto ieri, con te!
Cari fratelli, proprio perché crediamo al Cristo, crediamo al Vangelo: siamo certi che Lui è qui tra noi, in questo momento di dolore per una famiglia e per una comunità intera. «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro… (Vangelo di oggi, 23.ma Domenica). Non un semplice “insieme” ma in profonda comunione tra noi in Lui. Lui in mezzo a noi ci fa comunione, comunità. È in questa comunità cristiana, che proviene da diversi ambienti: Cala Gonone, Dorgali, Oliena, Nuoro, Orosei che riunita nel Suo amore rende presente il Signore Risorto Gesù: in questa comunità è assicurata la Sua presenza ed è questa Sua presenza che ci rende comunità. Rinnoviamo, fratelli, questa fede, questa certezza in questo momento di dolore: Lui, Resurrezione e Vita, è vivo qui in mezzo a noi. Così come era presente accanto a Marta e Maria davanti alla tomba dell’amico Lazzaro.
È ancora il Vangelo di questa 23.ma Domenica che parlandoci di correzione fraterna sottolinea come Dio ci vuole collaboratori perché tutti si salvino, perciò vuole che ci aiutiamo a correggere i nostri errori. Però ci ha ricordato la seconda lettura (Paolo ai Romani), l’amore non solo non fa alcun male al prossimo ma anzi porta la stessa legge al compimento. Noi non siamo debitori di nulla a nessuno se non dell’amore vicendevole perché solo chi ama l’altro, chiunque esso sia, ha adempiuto la legge. Siamo davanti al feretro di don Salvatore. Lui, da 35 anni sacerdote, parroco di questa comunità di Cala Gonone da sette anni, che fra quattro giorni avrebbe compiuto 59 anni, che sognava per voi e con voi un nuovo edificio di culto più consono a questa comunità. Lui ha ancora qualcosa da dire e in quella posizione in cui la liturgia funebre lo pone, rivolto all’assemblea, ci detta ancora una meditazione: così come Ezechiele, autore del brano della prima lettura, che era sacerdote ma essendo esule non officiò mai un atto di culto, ma fu da Dio investito e mandato al suo popolo come profeta: «Figlio dell’uomo, ti ho costituito sentinella, tu ascolterai una parola dalla mia bocca e li avvertirai da parte mia…». Don Salvatore in questo momento non celebra un atto di culto ma, da sentinella, ci avverte da parte Sua. Ebbene, don Salvatore non sognava solo un nuovo edificio di culto bello, e per questo aveva cercato quanto meglio potesse trovare nel mercato fra i professionisti. Aveva un altro sogno che non nascondeva, quando pensava a voi, ai vostri bambini, ai vostri ragazzi e alle vostre famiglie. Scriveva in “Cala Gonone Notizie” del maggio 2013: «Sogno una parrocchia dove non si delega a pochi addetti ai lavori il compito di fare, ma tutti ci si rimbocca le maniche e ci si butta a lavorare per il regno di Dio. Sogno una parrocchia dove i genitori non spediscono i figli a Messa o al catechismo ma insieme ai catechisti fanno sperimentare ai propri figli la gioia di essere comunità. “Lei sogna troppo, lei non sa quante cose abbiamo da fare”. Quanto vi interessa che i vostri figli crescano armoniosi e insieme alla salute fisica abbiano anche la salute spirituale. Sogno anche un’altra cosa: che un giorno tanti genitori si incontrino per parlare di tutto questo…».
Sognava questa Nuova Chiesa per Cala Gonone, don Salvatore Fancello. «L’atteggiamento più sbagliato», vi scriveva nel gennaio scorso, «quello riassunto dall’espressione “andiamo avanti come si è sempre fatto”» e aggiungeva: «Non si può andare avanti come si è sempre fatto, bisogna rompere con un passato che è stato spettatore di tanti mali e di tante ingiustizie». In quello stesso numero mandava un messaggio anche al di là del territorio parrocchiale affermando che «di rinnovamento sente urgente bisogno quella parte di Chiesa che ha raccolto l’invito pressante a una nuova evangelizzazione che deve cominciare da ogni singola persona che si sente chiamata alla conversione. Il Vangelo va annunziato non solo con nuovi strumenti ma soprattutto con un nuovo stile di vita da noi cristiani. Le divisioni nella Chiesa sono un ostacolo gravissimo e occorre fare di più perché in famiglia, nelle comunità e tra le Chiese sorelle, torni a risplendere l’amicizia, via ordinaria per costruire Pace». Quanta attualità in queste parole!
Un suo ultimo pensiero credo possa essere quando affermava, sempre nel giornale parrocchiale, nel numero dello scorso aprile: «Sorella indispensabile della libertà, bene autentico dell’uomo, è però la consapevolezza, parente stretta della responsabilità. Perciò bisogna scendere tutti in campo e aiutarsi mettendo a disposizione tutte le forze positive che ci sono nelle nostre famiglie». Così scriveva nell’ultimo numero di “Cala Gonone Notizie” dove all’ultima pagina, l’ultimo appuntamento programmato era: Gita, 5 settembre Castelsardo e San Pietro di Sorres. Ha svolto quanto programmato e nel primo venerdì del mese ha lasciato. A noi non resta che rinnovare la nostra fede nel Signore e col salmo 94 che abbiamo già pregato, ripetere: Applaudiamo al Signore,/ acclamiamo alla roccia della nostra salvezza./ Accostiamoci a Lui per rendergli grazie,/ a Lui acclamiamo con canti di gioia… Egli è il nostro Dio,/ noi il popolo del suo pascolo/ il gregge che egli conduce. Credo! Amen!

+ Mosè Marcìa

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